Un amaro sfogo di chi, in prima linea, dal sindacato fronteggia la “voce” del disagio, della crisi economica, e della deprivazione dai diritti.
“Voglio portare a conoscenza di tutti e riflettere su un problema-disguido forse come tanti altri passati in sordina, che quest’anno molti lavoratori agricoli dei nebrodi non saranno tanto felici per questo Natale” – scrive Caputo che nella sua analisi aggiunge “oltre che per il caro energia, prezzi con aumenti incontrollati e vari disagi, per molti lavoratori del comparto agricolo alla crisi si aggiunge e si accentua per il fatto che non è stata corrisposta da parte dell’INPS la disoccupazione agricola necessaria ad integrare il reddito esiguo di queste famiglie”,
Caputo evidenzia che questa “disoccupazione” doveva essere percepire già da giugno 2022, e che se sarà erogata all’anno nuovo – 2023 – oltre la beffa del ritardo, gli aventi diritto, subiranno un altro danno economico per una maggior trattenuta legale che si aggiungerebbe gravando sull’importo totale che verrebbe loro erogato.
“Non voglio far polemica – evidenzia il sindacalista sinagrese – non sono neanche i tempi, ma voglio far riflettere in merito che i doveri e i diritti debbono camminare di pari passo, e a chi di competenza, istituzioni organismi ed organi a tutti i livelli, di darsi la classica mossa iniziando dai sindacati di categoria provinciale che in altri tempi a quest’ora da tempo erano sotto i balconi del Inps a reclamare il diritto e togliere la sonnolenza ad alcuni”.
E quindi sconsolato conclude: “forse è giusto così oggi ed era sbagliato ieri ?”.
Massimo Scaffidi