L’IRCCS di Messina ha organizzato una mostra fotografica curata da Francesco Mento, all’interno dell’Ospedale Piemonte. L’artista Rosa Sorrenti, ventiduenne Messinese, nasce come pittrice ma, la fotografia ha rappresentato la passione che utilizza per trasmettere sensazioni ed emozioni che vanno oltre il semplice scatto. La mostra di oggi “The freedom of beauty” è stata dedicata a Masha Amini la giovane iraniana arrestata ed uccisa perché aveva una parte di capelli scoperti dal velo. Vuol essere anche un omaggio a tutte quelle donne che non solo in Iran ma ante in tanti altri Stati, continuano a lottare giorno per giorno, anche con il sacrificio della propria vita per difendere il proprio ruolo non di strumento o oggetto nelle mani degli uomini bensì persone che hanno pari dignità e meritano uguale rispetto.
Il prof. Angelo Quartarone, direttore scientifico dell’IRCCS Neurolesi Messina ha dichiarato che “attraverso le foto della giovanissima artista Rosa Sorrenti, l’Irccs vuole fare sentire la propria presenza a fianco delle donne, a fianco soprattutto della giovane Amini che ha perso la vita in una circostanza assolutamente allucinante, frutto di un rapporto distorto tra uomo e donna; quello che succede in Iran – prosegue Quartarone – è solo la punta dell’iceberg perché, ogni giorno assistiamo a femminicidi in diverse parti d’Italia ma anche in varie parti del mondo. Questo è frutto di una cultura e di un retaggio, di un rapporto uomo donna che si è perpetrato nel corso dei secoli e che è assolutamente sbagliato e va cambiato proprio con eventi culturali come quello che oggi l’Irccs sta presentando alla città, ha detto il direttore scientifico infatti, queste iniziative devono testimoniare quanto il rapporto uomo donna debba essere assolutamente paritario e assolutamente egalitario”. Quartarone rivolge la sua riflessione anche sul rapporto uomo-donna nell’ambito “della ricerca scientifica. Negli ultimi anni in Italia si è registrato un dato un po’ in controtendenza rispetto agli altri paesi europei. La quota rosa nella ricerca è cresciuta negli anni arrivando a circa il 44%, quasi la metà di tutti i ricercatori.
Anche rispetto al passato sono stati colmati i gap salariali che una volta c’erano tra i ricercatori uomini e quelle donne; un dato ancora negativo – ha detto Quartarone – è rappresentato dal numero ridotto di donne che hanno raggiunto il top della ricerca. Anche la presenza in parlamento è ampiamente a vantaggio degli uomini il 69% rispetto al 31% di donne; nella passata legislatura però, il Ministro del Miur era una donna e, anche l’attuale direttore del CNR è una donna Maria Chiara Carrozza ma, nonostante questi dati, c’è ancora molto da fare”.
Pippo Rao, direttore sanitario dell’ospedale Piemonte ha sottolineato che “l’Irccs Neurolesi di Messina cerca di portare avanti opere di sensibilizzazione che non riguardino solo aspetti meramente culturali ma siano fonte di contaminazione rispetto a messaggi importantissimi da veicolare”. Rao richiamando il ruolo svolto dal direttore generale Barone, dal direttore amministrativo Crupi e dal direttore scientifico Quartarone, rimarca che “grazie al loro operato, viene portato avanti il messaggio di apertura dell’ospedale, non come luogo di sofferenza ma anche territorio dove trasmettere momenti di approfondimento, di riflessione e, a volte, anche di veicolo del concetto di bellezza. Proprio perché questa riflessione parte da un ospedale – dice Rao – calata in un contesto di sofferenza, assume un grande significato; la mostra fotografica serve a veicolare proprio questo messaggio: sdoganare una realtà in cui l’emozione vissuta in termini pesanti di angoscia, di sofferenza, trova la possibilità di interloquire con la bellezza. La bellezza – prosegue Rao – che non è soltanto un concetto estetico, la bellezza è un concetto valoriale che riguarda tutti gli ambiti del vivere esistenziale. Il bello è ciò che crea emozione e, l’emozione è un contesto assolutamente valoriale. Ecco perché occorre pensare che il concetto di bellezza dentro un ospedale, assume la realtà di valore aggiunto ancora maggiore se si rapporta al contesto sociale, ai fatti di natura socio economica, alla pandemia, alla realtà della guerra combattuta a qualche centinaia di chilometri di distanza che ogni cittadino ha imparato a vedere in tutta la sua drammaticità. Allora, conclude Rao, più che mai occorre dare senso al pensiero e la bellezza può diventare elemento di riflessione coniugata e declinata nei suoi concetti più veri che, non solo soltanto quelli estetici ma, soprattutto quelli valoriali”, conclude Rao.
Subito dopo l’inaugurazione, Rosa Sorrenti ha voluto dare forza al messaggio che le sue foto trasmettono, con una performance che l’ha vista protagonista in una improvvisata passerella; non sono stati presentati abiti ma, lei stessa, ha rappresentato il coraggio di Amini e delle altre donne iraniane, tagliando i suoi splendidi capelli. In Iran il taglio dei capelli manifesta il “lutto” quando di fronte si vive una grande tristezza o una grande rabbia. Tutto questo per testimoniare la tristezza a discapito della bellezza e dell’estetica. Con il taglio dei capelli, le donne iraniane vogliono gridare al mondo che desiderano essere ascoltate, libere e godere degli stessi diritti degli uomini. Questo forte gesto simbolico, Rosa Sorrenti l’ha voluto accompagnare con l’appello della poetessa iraniana Bita Malakuti: “Quello che vorrei dire è non confondere quella del regime, che distorce le cose, con quella delle persone che scendono in piazza. Spesso non possono esprimerla, perciò ascoltatela e diffondetela: siate la nostra voce. Non posso prevedere il futuro, ma sono molto fiduciosa: questa rivolta è diversa dal passato, è qualcosa di grande e rappresenta un passo in avanti”.
Salvatore Saccà