Alle 22 dell’8 gennaio 1993 in via Marconi a Barcellona Pozzo di Gotto 3 colpi di pistola calibro 22 squarciano il nero della notte, per zittire per sempre la voce del cronista de La Sicilia Beppe Alfano. Il sacrificio e l’impegno nello svelare segreti e intrecci criminali tra mafia, politica e imprenditoria del giornalista barcellonese li ha ricordati il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Nel trentesimo anniversario dell’uccisione di Giuseppe Aldo Felice Alfano, mi unisco al cordoglio dei familiari, ricordando il suo inestimabile impegno civico. Con le sue inchieste Beppe Alfano narrava una realtà complessa, con l’obiettivo di svelarne le verità contro ogni forma di connivenza e corruzione.
La lotta alla criminalità organizzata era per lui un impegno da perseguire con dedizione, all’insegna di una società libera dalla sopraffazione.
Una dedizione che è rimasta impressa nella memoria collettiva: la sua immagine rappresenta un modello per le generazioni di ogni tempo.”
Anche la Presidenza del consiglio dei Ministri ha espresso vicinanza alla famiglia di Beppe Alfano, con una nota del Sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano inviata alla figlia Sonia, che la vigilia dell’anniversario aveva dato sfogo a tutta la sua amarezza via social. La ex europarlamentare, ha sottolineato l’isolamento e la coltre di indifferenza entro cui la famiglia e la figura del giornalista sarebbero immersi. “Come ogni anno per mio padre non ci saranno manifestazioni organizzate da comitati, associazioni, istituzioni, fondazioni e chi più ne ha, più ne metta. Tra qualche settimana la mia famiglia organizzerà cio che nessuno ha sentito il dovere di fare per il 30esimo anniversario del suo omicidio. Abbiamo aspettato e sperato fino all’ultimo, che qualcuno organizzasse qualcosa per rendergli omaggio, ma così non è stato. Ne prendiamo atto ancora una volta, e andiamo avanti nella consapevolezza che mio padre non rientra tra le vittime innocenti della mafia per le quali il senso civico e la coscienza dovrebbero sentire il bisogno di ricordare il suo sacrificio, e stringersi attorno alla sua famiglia. Per alcune vittime di mafia si assiste a 6 mesi di celebrazioni sfavillanti, per altre il silenzio assordante, il vuoto e lo sconforto; l’isolamento più doloroso dopo ben 30 anni”.
Alla commemorazione organizzata dall’amministrazione Calabró in via Marconi ieri mattina, con la deposizione di un cuscino di fiori ai piedi della stele che ricorda il sacrificio di Alfano, la famiglia del giornalista non ha presenziato. Lo ha ricordato
con una Santa Messa celebrata nella Chiesa di San Francesco di Paola a Palermo, alle 18:30.
“Noi presto torneremo a ricordarlo come merita, raccontando i fatti e facendo nomi e cognomi.” Ha detto Sonia.