L’imputata era intestataria dell’utenza mobile, ma di fatto non era l’utilizzatrice. Da qui l’assoluzione per non aver commesso il fatto, così come aveva richiesto al termine delle discussioni finali il suo difensore, l’avvocato Maria Rita Mondello.
Si è concluso così ieri al tribunale di Patti un processo iniziato nel settembre dello scorso anno; si contestava truffa in concorso, aggravata “per aver profittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa”, per fatti accaduti a Sant’Agata Militello nel novembre 2017.
Secondo l’accusa originaria era stato pubblicato su un sito di vendite online un annuncio di vendita di una playstation 4 senza in realtà averne la disponibilità; da qui era stato indotto in errore l’acquirente, che aveva effettuato il pagamento di 110 euro con una ricarica postapay intestata ad una persona, diversa dall’intestataria dell’utenza mobile.
Da li, sempre secondo il capo di imputazione, l’imputata si sarebbe resa irreperibile. In dibattimento però è emerso un quadro completamente diverso, sentendo già i testi del pm; l’imputata era si l’intestataria dell’utenza mobile, ma non era risultata l’utilizzatrice. Da qui, sia l’avvocato difensore della donna, l’avvocato Maria Rita Mondello (foto sopra), quanto anche il pm Carlo Giorgianni, al termine delle discussioni finali, hanno chiesto l’assoluzione.
Il giudice monocratico del tribunale di Patti Giovanna Ceccon ha assolto l’’imputata con la formula più ampia, per non aver commesso il fatto.