Comunicato di “Città Aperta”
La crisi che ha investito la giunta Calabrò affonda le sue radici in un cartello elettorale, supportato dai deputati Tommaso Calderone, Pino Galluzzo e Ella Bucalo, nato solo per ottenere la vittoria nel settembre 2020, ma mancante dei requisiti minimi per governare: coesione, unità di vedute, obiettivi comuni. Le scaramucce fra le varie componenti dell’amministrazione sono iniziate sin da subito con reciproci ricatti, spesso sfociati in assenze strategiche in Consiglio Comunale o in guerre sui social, per poi deflagrare definitivamente sulla questione delle indennità di carica.
Quest’ultima vicenda ha dimostrato la miopia politica di chi amministra, totalmente inconsapevole delle difficoltà dei cittadini e del bilancio comunale, che si intesta una “battaglia di dignità” quando le battaglie da combattere sarebbero ben altre: quelle per un ospedale attivo e per una sanità pubblica rivitalizzata, quelle per i servizi minimi di civiltà quali l’approvvigionamento idrico, la pubblica illuminazione, il decoro di strade e parchi, quelle per dei servizi sociali che funzionino e che forniscano servizi alle fasce più deboli o in difficoltà. Su questi temi, invece, solo silenzio e difese d’ufficio, mentre ci si straccia le vesti quando ad essere toccate sono le proprie indennità.
La maggioranza creatasi nel settembre 2020 non c’è più da tempo e ha sulle sue spalle la responsabilità di aver sprecato due anni e mezzo in un periodo in cui sarebbe stato necessario amministrare seriamente anziché scontrarsi per le poltrone o, ancora peggio, tirare a campare. La fuoriuscita di una parte di Forza Italia, che si accorge soltanto ora dei problemi di questa amministrazione dopo averla determinata elettoralmente e sposata pienamente finora, ha aperto la campagna acquisti per cercare nuovi voti in Consiglio comunale che consentano di proseguire un’esperienza già al capolinea. Voti che troverà, purtroppo, tra chi non si fa problemi a passare da un partito all’altro, da uno schieramento all’altro, pure di avere un posto al sole o semplicemente conservare la propria poltrona.
Città Aperta esprime sdegno per quanto successo in questi 27 mesi di amministrazione e solo ora ammesso dal sindaco e dalla sua maggioranza. Più volte in questi mesi inascoltati abbiamo invitato il sindaco a fare chiarezza sugli equilibri interni e sui motivi reali delle divergenze.
Città Aperta chiede pertanto che il sindaco si assuma oggi la responsabilità del malgoverno di Barcellona e ne tragga le opportune conseguenze, piuttosto che continuare nell’errore di cambiare assessori per non cambiare nulla. Contestualmente, porteremo avanti le nostre istanze finalizzate allo sviluppo di Barcellona e continueremo ad evidenziare, in città e nelle sedi istituzionali, le storture di un sistema di potere per il potere che, giorno dopo giorno, sta facendo sprofondare la nostra città nel baratro.