Mentre a livello nazionale si parla della possibilità di realizzare il ponte sullo Stretto di Messina, che colleghi la Sicilia al resto dell’Italia, i problemi dei trasporti nell’Isola restano legati a delle infrastrutture antiquate, come la rete ferroviaria interna.
Nei giorni scorsi si è parlato molto di un articolo de “Il Corriere della Sera”, a cura di Marco Bonarrigo che racconta il lunghissimo e snervante viaggio di 13 ore e 8 minuti per andare da Trapani a Ragusa. Per arrivare a Ragusa ci vogliono infatti quattro cambi e 47 fermate in altrettante stazioni “impresidiate”, ovvero abbandonate alla natura (fanno, circa, 25 km/h di media).
Un viaggio che si conclude in serata, anche con una decina di minuti di ritardo, come sottolinea l’autore dell’articolo.
Sul treno-tartaruga interviene il Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani che si dice pronto a dare battaglia. “L’estate scorsa mi è stato chiesto dal centrodestra di governare la mia terra. E gli elettori lo hanno voluto con il loro voto. Non intendo però galleggiare sulla quotidianità amministrativa, ma svolgere il mio ruolo con l’impegno convinto di cambiare là qualità della vita dei siciliani” dichiara il governatore all’Agenzia Italpress.
“Il ponte sullo stretto è importante – conclude -, ma lo sono anche le strade ed autostrade interne ed efficienti collegamenti ferroviari, allo stato inesistenti per colpe del passato che non intendo avvalorare coi miei silenzi”.
Una richiesta di confronto del Presidente Schifani che è subito raccolta da Ferrovie della Stato che si dice assolutamente disponibile risolvere un problema annoso come quello della tratta Trapani-Ragusa, definita il “treno più lento d’Italia”.