Sarebbero morti di fame e di freddo i 5 uomini e le 3 donne, una delle quali in avanzato stato di gravidanza, che sono stati ritrovati ieri sera dalla motovedetta Cp324 della Guardia costiera che ha effettuato il soccorso di un barcone a 42 miglia da Lampedusa, in acque Sar Maltesi.
A riferirlo ai soccorritori, non appena giunti all’hotspot di contrada Imbriacola, sono stati i 42 migranti superstiti. Tutti erano bagnati fradici, infreddoliti e disidratati. I sopravvissuti (fra cui 10 donne e un minore), sono originari di Mali, Costa d’Avorio, Guinea, Camerun, Burkina Faso e Niiger.
I migranti hanno raccontato ai mediatori culturali di essere partiti da Sfax, in Tunisia, alle ore 3 di sabato scorso con l’imbarcazione di 6 metri dopo essere stati per mesi rinchiusi in una safe house di Mahdia, in Tunisia
Le salme di chi non è riuscito ad arrivare vivo a Lampedusa sono state portate nella piccola camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana dove dovranno essere sottoposte ad ispezione cadaverica.
Ci sono anche due dispersi, secondo quanto raccontato dai migranti soccorsi. I superstiti hanno riferito che sul barcone si trovava anche una donna con il suo neonato di 4 mesi. Il piccolo sarebbe morto durante il viaggio a causa del freddo e la madre, per disperazione, lo avrebbe gettato in mare. Un uomo si è tuffato in acqua, sperando di recuperare il corpo del neonato, ma sarebbe annegato fra le onde.
Anche la madre del piccolo è morta poche ore dopo. Ed il suo cadavere, così come
quello degli altri sette compagni di viaggio, è stato lasciato all’interno dello scafo.
Il barcone nella mattinata di ieri era stato avvistato da un peschereccio tunisino che si trovava fra l’Italia e Malta. I pescatori subito hanno richiesto, alle autorità marittime, i soccorsi, spiegando via radio che a bordo vi era probabilmente un cadavere. Trattandosi di acque Sar Maltesi, i soccorsi sono stati delegati a Malta. Solo nel tardo pomeriggio è stata formalizzata la richiesta al comando generale della Capitaneria di porto di Roma che ricevuta la richiesta di aiuto da Malta ha inviato la motovedetta Cp324.
La Procura di Agrigento, con il reggente Salvatore Vella, ha aperto un fascicolo d’inchiesta sulla nuova tragedia del mare. Le ipotesi di reato, al momento a carico di ignoti, sono favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato. I pm, attraverso le forze dell’ordine presenti sull’isola, stanno raccogliendo informazioni su quanto è accaduto su quel barcone di 6 metri partito da Sfax. Nelle prossime ore verranno ascoltati 41 dei 42 superstiti che sono ospiti dell’hotspot di contrada Imbriacola.