Tutti rinviati a giudizio al 16 marzo prossimo. Così ha deciso il gip del tribunale di Patti Eugenio Aliquò per il sindaco di Montagnareale Rosario Sidoti e le nove persone coinvolte nell’operazione sviluppata dalla procura della repubblica di Patti, dal comando provinciale della guardia di finanza di Messina, dal Gruppo delle Fiamme Gialle di Milazzo e dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Patti.
Queste le contestazioni a vario titolo che ora saranno dibattute in aula: associazione a delinquere finalizzata a plurime bancarotte fraudolente, tentata indebita percezione di finanziamenti pubblici di matrice regionale e comunale e riciclaggio, che hanno fatto scaturire gli arresti domiciliari per il sindaco del centro collinare, nove misure interdittive ed il sequestro di denaro e beni per un valore complessivo di circa 3,5 milioni di euro.
Ieri Il Gip, oltre ai rinvii a giudizio, ha disposto anche l’azzeramento di un capo di imputazione in cui era coinvolto anche il primo cittadino. Per il resto l’avvocato Francesco Aurelio Chillemi ha chiesto al giudice la revoca degli arresti domiciliari per il sindaco di Montagnareale ed in subordine l’obbligo di dimora ed in ulteriore subordine l’obbligo di firma, con la possibilità di recarsi al lavoro.
Il Pm Andrea Apollonio ha dato parere favorevole all’attenuazione della misura cautelare, per cui nelle prossime ore o fra qualche giorno il gip scioglierà la riserva su queste richieste. In questo processo, oltre all’avvocato Chillemi, saranno impegnati anche gli avvocati Fabio Di Santo, Natale Bonfiglio, David Bongiovanni, Antoniele Imbesi, Alessandro Pruiti, Ugo Colonna, Valentino Gullino e Pippo Ignazzitto.