Nel processo relativo all’operazione “Gotha 6” è stato violato il diritto di difesa e di conseguenza le regole che governano il processo penale; chiediamo che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo colga la gravità delle violazioni commesse nella celebrazione del dibattimento, determinando di conseguenza la revisione del processo.
Questo il senso del ricorso presentato il 17 febbraio scorso dagli avvocati Giuseppe Lo Presti (nella foto) e Francesco Torre, impegnati nella difesa di un imputato nel processo ai vertici dell’organizzazione mafiosa barcellonese.
I legali hanno evidenziato come, dopo oltre due anni di udienze e centinaia di testimonianze trascritte in oltre 6.000 pagine di verbali, all’udienza del 31 maggio 2019 fu sostituito il presidente del collegio della Corte di Assise di Messina; cambiando il giudice, si sarebbero dovuti sentire tutti i testimoni. Questo perchè in origine il codice di procedura penale prevedeva che solamente il giudice che ha assistito al processo personalmente ed aveva quindi ascoltato e veduto direttamente i testimoni, avrebbe potuto emettere sentenza.
Invece è accaduto che, introducendo una nuova norma e con l’orientamento assunto dalle sezioni unite della Corte di Cassazione, il nuovo giudice ha partecipato alla decisione del processo senza avere personalmente udito e veduto tutti i testimoni d’accusa e la gran parte di quelli della difesa.
Nel processo “Ghota 6” si è violata anche l’attuale disciplina che consente alla difesa, in caso di sostituzione del giudice, di chiedere un idoneo termine di sospensione del processo, per verificare specifiche esigenze di risentire i testimoni, allegando fatti o circostanze diversi da quelli oggetto delle precedenti dichiarazioni.
Senza un termine a difesa, richiesta sollecitata sia dall’avvocato Lo Presti quanto da altri difensori, di fronte ad una tale mole di testimonianze, sarebbe stato impossibile poter accuratamente studiare le carte ed eventualmente proporre integrazioni probatorie. Da qui il collegio giudicante ha ritenuto di non procedere ad alcun nuovo esame dei testimoni ascoltati in due anni di processo, rinnovando solo formalmente l’istruttoria.
Queste sono le motivazioni che hanno sollecitato i due legali a rivolgersi a Strasburgo. Siamo certi che la Corte, hanno scritto in conclusione gli avvocato Lo Presti e Torre, avulsa da logiche di mera “economia processuale” e sensibile alle questioni sollevate e già attenzionate da illuminata giurisprudenza, colga la gravità delle violazioni commesse nella celebrazione del procedimento, determinando, per conseguenza, la revisione del processo.