Per la prima volta in Sicilia, presso il Centro di riferimento per i traumi amputativi dell’unità
operativa complessa di Chirurgia Plastica del Policlinico, è stato effettuato il reimpianto di
un braccio. L’operazione, rara e complessa non solo tecnicamente, ma anche dal punto di
vista organizzativo, è stato eseguito su una donna calabrese di 62 anni.
«Questo intervento rappresenta un successo senza precedenti nell’Italia meridionale, –
afferma il chirurgo plastico Pierfrancesco Pugliese che insieme al collega Massimiliano
Tripoli ha eseguito il reimpianto – molti dei traumi che trattiamo provengono dall’Italia
peninsulare e stiamo invertendo lo storico flusso di pazienti dal Sud verso i centri del Nord
Italia»
È il 31 gennaio 2023 quando la signora M.M.A., controllando la macchina per le
spremiture delle olive nel suo frantoio in un paese in provincia di Vibo Valentia, a causa di
un attimo di disattenzione, subisce l‘amputazione del braccio destro. La paziente,
nonostante il grave trauma, riesce a chiamare i soccorsi e viene trasportata dapprima
presso il Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria, quindi, con l’elisoccorso,
presso l’AOU Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo.
Ad accoglierla c’è l’equipe specialistica multidisciplinare – costituita da chirurghi plastici,
ortopedici, anestesisti specializzati in interventi per gravissimi traumi e di lunga durata, e
infettivologi – del CUMI, il Centro di riferimento per i traumi amputativi dell’unità operativa
di Chirurgia plastica diretta dalla professoressa Adriana Cordova.
Reimpiantare un arto vuol dire affrontare la complessità di trattare e riattaccare
contemporaneamente e tempestivamente differenti tessuti: ossa, muscoli, nervi, tendini,
ma soprattutto arterie e vene, le uniche che possono garantire al braccio di sopravvivere.
L’intervento chirurgico è durato circa 10 ore, durante le quali i medici si sono avvicendati
senza sosta, nei differenti tempi ricostruttivi.
Successivamente la paziente è stata trasferita in terapia intensiva per controllare lo stato
generale e locale per l’alto rischio di mortalità o di perdita dell’arto cui questi traumi sono
associati.
A distanza di un mese dall’intervento, la paziente è in ottime condizioni di salute e il
reimpianto è attecchito con successo. Fondamentale è stata la tempestività di
comunicazione tra il GOM di Reggio Calabria e la pronta risposta della unità operativa di
Chirurgia plastica dell’AOUP di Palermo.
La professoressa Cordova sottolinea: «Ci impegniamo quotidianamente perché al sud si
abbiano le stesse possibilità terapeutiche, sia nell’ambito della traumatologia sia
nell’ambito della chirurgia oncologica, dei cittadini delle regioni del Nord, che hanno
ereditato una sanità storicamente più efficiente»
Oggi la signora MA sorride nella corsia del reparto di Chirurgia plastica dove è ancora
ricoverata, ma ormai fuori pericolo. La attendono ancora medicazioni e interventi chirurgici
di routine per la pulizia delle ferite, ormai quasi guarite. La paziente guarda i progressi del
suo braccio destro «non vedo l’ora di ritornare in Calabria – dice – e ricominciare daccapo
il prima possibile». E questo è anche l’augurio dei medici del reparto di chirurgia plastica e
ricostruttiva del Policlinico di Palermo.
“Questo intervento – commenta il Commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera,
Salvatore Iacolino – testimonia, ancora una volta, la grande competenza ed elevata
professionalità dei professionisti del Policlinico e la maturità acquisita da una equipe
multispecialistica che rappresenta, come dimostrato anche da questo evento, un punto di
riferimento indiscutibile per i traumi amputativi e la chirurgia della mano. Ai medici e a tutti
gli operatori protagonisti di questo successo va il ringraziamento di questa Direzione,
confidando in un clima di reciproca, crescente e concreta collaborazione tra i Dipartimenti”.
Nel 2022 la frequenza di traumi amputativi e sub-amputativi centralizzati e trattati presso la Chirurgia Plastica del Policlinico è stata in media di 5 al mese con un servizio attivo H24
che ha accolto anche numerosi pazienti da fuori regione.
Nel gennaio scorso presso l’UOC di Chirurgia Plastica è stata anche salvata e resa
funzionale la mano di un bambino di 12 anni spappolata da un petardo il giorno di
Capodanno, oggi il piccolo paziente ha ripreso a giocare e a guidare la sua bici.