Sarà effettuata oggi l’autopsia sui corpi dei coniugi Tindaro Molica Nardo e Maria Febronia Buttò, detta “Bonina” trovati morti nella cucina della loro abitazione di Via Casani a Gioiosa Marea la di venerdì 10 marzo, in una pozza di sangue. Ad eseguire l’esame, su incarico della Procura della Repubblica di Patti, sarà il medico legale Elvira Ventura Spagnolo e che avrà poi 60 giorni di tempo per depositare la perizia, salvo diverse disposizioni. Servirà a chiarire la dinamica della morte. Dai primi riscontri, che dovranno trovare ulteriore conferma attraverso l’autopsia, i due sono morti a causa di ferite da arma da taglio, un coltello, trovato in casa. La donna è stata colpita una sola volta, un unico fendente letale al petto. Sarebbe stato il marito ad infliggerla, per poi rivolgere l’arma contro se stesso e autoinfliggersi diverse coltellate, di cui una alla gola, fatale.
Si tratterebbe, dunque, di un femminicidio-suicidio, secondo l’ipotesi al momento più accreditata dagli inquirenti. Secondo indiscrezioni ad avvalorare questa possibilità ci sarebbe anche un messaggio inviato da Molica Nardo, quella mattina. Le indagini, coordinate dal Procuratore Capo della Procura di Patti, Angelo Vittorio Cavallo e dal sostituto Federica Urban e condotte dai carabinieri della compagania di Patti e della locale stazione continuano, per chiarire quanto sia accaduto e soprattutto cosa possa aver spinto, eventualmente, il finanziere in pensione, ad uccidere sua moglie. Dalle testimonianze raccolte sarebbe emerso, infatti, che tra i due ci sarebbero stati contrasti coniugali. Emergerebbe dunque una situazione di dissidio tra i coniugi che, però, non avrebbe lasciato trasparire segnali tali da far presagire un epigologo così drammatico.