“Stavano truccando il concorso in magistratura ordinaria, rendendo riconoscibile il tema in una delle tre discipline, informando uno dei commissari del concorso del segno identificativo dello scritto.”
La denuncia è del Procuratore di Roma, già a Palermo, Francesco Lo Voi, nel corso di un convegno alla Corte dei Conti, specificando che la “vicenda non è più coperta da segreto investigativo”.
In base a quanto si è appreso nell’indagine sono stati iscritte due persone: oltre al candidato, sarebbe indagato anche il professore di Diritto amministrativo all’Università di Messina, Francesco Astone, nominato commissario nell’ultimo concorso in magistratura. Per i due è scattato il giudizio immediato, per il reato di abuso d’ufficio.
Nel corso del suo intervento il capo dei pm di Roma ha spiegato che “per un errore questo messaggio con il segno identificativo è stato trasmesso sul telefono di un altro commissario.
Un errore “materiale”, l’invio ad un indirizzo sbagliato. Il commissario si è quindi insospettito ed ha subito capito che intorno a quella prova scritta stava accadendo qualcosa di strano, di illecito.
“Quest’ultimo – ha proseguito Lo Voi – ha denunciato quanto avvenuto e nel giro di pochi giorni abbiamo identificato i protagonisti avviando un procedimento penale. Abbiamo cercato i profili penali e se non avessimo avuto il reato di tentato abuso d’ufficio, un fatto come questo che a me appare grave, non avremmo potuto fare assolutamente nulla”.
La comunicazione della Procura della Repubblica di Roma era stata inoltrata già a novembre 2022 all’Università di Messina, che ha attivato immediatamente la procedura disciplinare per il direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, così come previsto dalla legge e sospesa in attesa dell’esito penale.