Legalità ed etica e il coraggio di creare un’economia libera dalla criminalità. Questi i temi al centro di un incontro che si è tenuto ieri al campo base Partanna 2, in contrada San Nicola, nel Comune di Marsala, a cui hanno preso parte l’imprenditore di Castel di Lucio Michelangelo Mammana, appaltatore alla guida dell’omonimo Gruppo, i rappresentanti di Engie, multinazionale francese che opera nei settori della produzione e distribuzione di gas naturale, energie rinnovabili e servizi, e di A2A, società multiservizi italiana, quotata alla Borsa di Milano, che opera nei settori ambiente, energia, calore, reti e tecnologie per le città intelligenti, insieme ai vertici della Compagnia dei Carabinieri di Marsala, sovraintesa dal Capitano Romano Rosadoni e a Pippo Scandurra, vice presidente nazionale di SOS Imprese.
Un’iniziativa promossa per lavorare alla crescita del livello culturale e alla continua educazione alla legalità, strumenti fondamentali per arginare ogni forma di criminalità e per infondere fiducia nel futuro e nelle Istituzioni dello Stato, specie in questo angolo del territorio del trapanese considerato “ad alto rischio” e in cui, fino ad un paio di mesi fa, esercitava il suo controllo il boss Matteo Messina Denaro.
L’imprenditore Mammana, vittima in passato della richiesta di “pizzo”, ha voluto rimarcare l’importanza di rivolgersi alle autorità per debellare la piaga del racket delle estorsioni. “Denunciare senza timore, perché la presenza dello Stato al fianco delle vittime è concreta – ha detto l’imprenditore- “così come è solida la rete di Istituzioni e Associazioni coinvolte nella prevenzione e nel contrasto di questi fenomeni e nel supporto alle vittime, spesso provate dalla condizione di soggezione psicologica che le porta, a volte, a denunciare quando ormai la crisi della propria attività economica è conclamata.”
L’incontro nella Stazione Partanna 2 di Terna, dove si lavora alla realizzazione di 5 sottoscrizioni e dove Michelangelo Mammana continua ad inaugurare cantieri offrendo lavoro ad oltre cento dei 215 dipendenti del Gruppo, da lui fondato e che oggi guida insieme ai suoi figli, Antonio e Giuseppe, è stato voluto per evidenziare il concetto che fare impresa, in territori ad alto rischio criminale, è possibile. “Con lo Stato a fianco, si può” ha affermato l’imprenditore castelluccese, convinto che “nonostante le difficoltà è comunque possibile sconfiggere la criminalità organizzata è costruire sviluppo e lavoro legale”, contrastando alle idee e ai luoghi comuni che etichettano il sistema economico e quello imprenditoriale di questa specifica area della provincia di Trapani come permeato dalle infiltrazioni mafiose.
Foto di Giuseppe Salerno.