Ospite d’onore, l’On.le Anna Maria Bernini Ministro dell’università e della ricerca, in sala anche il precedente ministro Maria Cristina Messa. Oltre 20 i Rettori che hanno aderito all’invito del padrone di Casa Salvatore Cuzzocrea Presidente della Conferenza dei Rettori Italiani, con loro anche diversi Rettori di Università straniere.
Dopo la lettura del messaggio inviato da mons. Pietro Parolin, segretario di Stato di Papa Francesco, Salvatore Cuzzocrea, ha tracciato un quadro dell’attività svolta in questi cinque anni del suo mandato. Emento centrale di tutta l’attività gli studenti, dice il Rettore, che rappresentano l’elemento fondamentale su cui costruire il futuro della ricerca e della formazione inoltre, i giovani sono la parte sana della società più integrante ed accogliente. Cuzzocrea ha mostrato un pizzico di orgoglio dichiarando che il numero di studenti di dottorato, proprio in questi cinque anni di lavoro, sono diventati 500, avviato 17 nuovi corsi di laurea e raddoppiato il numero di brevetti e di startup; la chicca è rappresentata da alcuni progetti su bandi competitivi per un valore di oltre 5 milioni di euro.
Ma se parliamo di desiderio di spostare i confini, il nostro pensiero non può che dirigersi verso la ricerca scientifica che, per sua stessa natura, incarna la volontà di andare oltre e di puntare ancora più in alto. L’ambizione dell’Università di Messina e della sua Amministrazione è quella di essere riconosciuta, in Italia e all’estero, come una Research University Oggi a Messina grazie a questa amministrazione l’Università disporrà del Primo Student Hotel ( il Liberty) dotato di 102 posti letto), di una nuova residenza per studenti (Hotel Riviera) dotato di 100 posti letto e di una residenza all’interno del Policlinico universitario che ospiterà circa 200 studenti, ma che, tuttavia, di fronte al fenomeno del “caro affitti”, sono ancora una goccia nell’oceano.
Significativo l’intervento della studentessa iraniana Sara Borji che ha parlato della condizione delle donne in Iran costrette a coprire i capelli con il velo, indossare l’hijab ed essere uno strumento nelle mani degli uomini. Sara ha ringraziato l’Università di Messina che le sta dando l’opportunità di completare un percorso di studi universitari, realizzando il sogno di tantissime sue coetanee iraniane costrette a nascondersi senza poter vivere come qualunque altra ragazza desiderebbe. Molto bello l’intervento di Simona Calabrese studentessa del corso di laurea in medicina e chirurgia in lingua inglese, la quale, con orgoglio, ha affermato che non intende lasciare Messina per seguire il un percorso lavorativo all’estero, non vuole diventare uno dei tanti cervelli in fuga ma, contribuire ad elevare il livello di eccellenza dell’Ateneo Messinese. Il Ministro Anna Maria Bernini durante il suo intervento, ha voluto ringraziare Simona Calabrese perchè ha saputo testimoniare la vocazione internazionale dell’Università Italiana e quella messinese in particolare, considerato che, nel campo della ricerca, sono stati fatti dei passi notevoli. A Sara Borji, il ministro Bernini, parlando in inglese, ha testimoniato la sua vicinanza e l’ammirazione per il coraggio dimostrato dalla studentessa iraniana, e per la voglia manifestata di aiutare le donne iraniane a vivere la loro condizione lottando contro tutto e contro tutti, chiedendo e rivendicando rispetto e dignità.
L’On.le Bernini ha poi trasferito il suo intento di dare maggiore importanza alle scuole di specializzazione grazie alle quali, si formerà la nuova classe medica. La cerimonia di inaugurazione ha anche visto il conferimento del dottorato “honoris causa” in Biologia applicata a medicina sperimentale a Diana Bracco, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Bracco. E’ stata l’ex Ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, ordinario di Diagnostica per immagini e Radioterapia presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca proclamare la Laudatio. Anche il Conservatorio “Arcangelo Corelli” di Messina ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione con alcuni intermezzi musicali.
Salvo Saccà