Dopo il parto naturale in urgenza di una 34enne residente nel comprensorio e giunta nel pomeriggio dello scorso 28 marzo al nosocomio santagatese appena in tempo per far nascere la sua bimba, la questione della chiusura del punto nascita dell’ospedale di S. Agata Militello torna al centro dell’agenda politica del comprensorio. Il parto, infatti, che si è presentato molto veloce, si è concluso senza intoppi grazie anche alla professionalità del personale sanitario del pronto soccorso e del reparto di ostetricia e ginecologia – che al momento svolge solo attività ambulatoriali – e senza conseguenze per mamma e bimba. Con una lettera aperta inviata dal sindaco di Sant’Agata di Militello, Bruno Mancuso al Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, all’Assessore Regionale alla Salute Giovanna Volo e alla Deputazione Regionale, il primo cittadino chiede “una definitiva assunzione di responsabilità da parte di chi governa la sanità, con l’invito a rompere gli indugi e predisporre in concreto la riapertura del punto nascita” chiuso ormai dal 2019.
Di seguito il testo integrale della lettera.
“In questi giorni abbiamo appreso della notizia del lieto evento della nascita di una bimba all’ospedale di Sant’Agata di Militello, dove la mamma, residente in un comune limitrofo ed ormai a termine del periodo di gravidanza, si era recata ieri accusando forti dolori. Una serie di coincidenze favorevoli, come l’arrivo al pronto soccorso appena in tempo prima della chiusura delle attività ambulatoriali a orario ridotto del reparto di ostetricia e ginecologia, unite alla tempestività e competenza di medici e personale sanitario, hanno fatto sì che tutto andasse per il verso giusto. La mamma e la piccola godono di ottima salute, per la gioia dei familiari e della comunità tutta per la vita appena sbocciata.
Il destino, a differenza di quanto successo purtroppo in passato, ci offre dunque questa volta una felice occasione di riflessione sulla paradossale situazione del punto nascita dell’ospedale di Sant’Agata di Militello per cui siamo costretti a celebrare come straordinario un evento che dovrebbe invece essere naturale e persino ordinario.
Quanto accaduto non può non indurci, infatti, a considerare quali conseguenze sarebbero potute insorgere se la stessa situazione si fosse presentata in orario notturno o in una giornata festiva, senza la pronta disponibilità, oltre a quella preziosa e competente del pronto soccorso, anche dei sanitari del reparto di ostetricia e ginecologia. O ancora peggio, se marito e moglie anziché fermarsi a Sant’Agata si fossero diretti verso un altro presidio ospedaliero più distante dotato di punto nascita. Sia dunque questo lieto evento uno spunto per chi di dovere affinché si comprenda, semmai ce ne fosse ancora bisogno, l’urgenza non più rinviabile di riaprire il punto nascita, chiuso dal 2019. Negli ultimi anni, come è noto, ripetute sono state le richieste a gran voce ed in varie forme da parte dei sindaci del comprensorio, degli operatori sanitari, dei sindacati e dalla popolazione stessa, affinché venissero garantite condizioni decorose ed adeguate dei servizi sanitari in ambito ospedaliero e nel distretto tutto. Diversi sono stati anche gli incontri istituzionali, i tavoli tecnici e le proposte avanzate, e corposa la corrispondenza tra organismi statali e regionali.
Si ribadisce dunque l’opportunità di una definitiva assunzione di responsabilità da parte di chi governa la sanità, con l’invito a rompere gli indugi e predisporre in concreto la riapertura del punto nascita, riportando a livelli prestazionali normali il reparto di ostetricia e ginecologia e rimettendo quindi l’intero ospedale di Sant’Agata di Militello in condizioni di assolvere al proprio ruolo di presidio indispensabile per la tutela della salute e della vita umana nell’area tirrenico nebroidea.”