Il collegio giudicante del Tribunale di Patti, presidente Samperi, a latere Gullino e Zantedeschi, ha condannato per bancarotta fraudolenta collegata ad alcune aziende che ruotavano attorno alla Camiceria Castello l’imprenditore Giuseppe Pizzino a 6 anni di reclusione, con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, dell’interdizione legale per il tempo della pena e l’inabilitazione all’esercizio di un’impresa commerciale per il tempo della pena e l’incapacità per la stessa durata ad esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa.
In avanti le figlie dell’imprenditore Dorotea e Michela Pizzino sono state condannate a 2 anni ed 1 mese di reclusione, pena sostituita con il lavoro di pubblica utilità per lo stesso periodo presso il comune di Brolo. Per loro due è stata disposta anche la prescrizione per i reati di bancarotta preferenziale. Tutti e tre, per un altro capo di imputazione, hanno beneficiato anche di un’assoluzione, perché il fatto non sussiste. Hanno difeso gli avvocati Renato Rifici, Carmela Caranna ed Eugenio Passalacqua.
Analogo verdetto di assoluzione è stato emesso nei confronti Leone Agnello, Sergio Napoleone Corbino e Angelo Salpietro, difesi dagli avvocati Mimmo Magistro, Giuseppe Cambria, Francesco Musca, Salvatore Cipriano e Giuseppe Caminiti.