Se pure l’uomo più ricco al mondo si preoccupa di commentare gli ultimi dati Istat sulla natalità nel nostro Paese, allora forse è il caso di parlare davvero, di quei numeri.
«L’Italia sta scomparendo» scrive Elon Musk su Twitter, e a giudicare dagli indicatori demografici dell’Istituto nazionale di statistica, non ha tutti i torti: nel 2022, meno di 7 neonati e più di 12 decessi ogni 1.000 abitanti. È dai tempi dell’Unità di Italia che non si registrava un numero di nascite inferiore alle 400mila unità, e le cause di questa non irrilevante diminuzione sono molteplici.
Ad influire parecchio, oltre alla spontanea o indotta rinuncia ad avere figli da parte delle coppie, è il calo dimensionale e il progressivo invecchiamento della popolazione femminile nelle età convenzionalmente considerate riproduttive (dai 15 ai 49 anni). Cresce inoltre, in generale, la popolazione anziana, a dispetto dell’elevato numero di decessi registrato negli ultimi tre anni.
Con i nati, poi, diminuiscono pure i residenti, favorendo, sebbene in misura inferiore rispetto agli anni passati, una generale tendenza alla diminuzione della popolazione.
Con 1,35 figli per donna, tuttavia, la Sicilia si aggiudica un buon posto tra le aree del Paese con la fecondità più alta (oltre che con le madri più giovani), seconda soltanto al Trentino-Alto Adige e con Ragusa, Palermo e Catania sul podio a livello provinciale.
Ma il quadro generale, in Italia, resta quello: cresce la speranza di vita alla nascita, ma sono sempre meno quelli a cui viene staccato il biglietto per giocarsela. Forse, su un pianeta troppo caldo e sempre più affollato, da qualche parte non può che non sciogliersi, questo rigido inverno demografico.
Articolo di Federica Margherita Corpina