sabato, Novembre 23, 2024

Naso: estorsione aggravata dal metodo mafioso, assolto perchè il fatto non sussiste

patti

L’accusa aveva chiesto la pena di dieci anni di reclusione e 12 mila euro di multa, i giudici lo hanno assolto perché il fatto non sussiste. Così è finito un processo celebratosi al tribunale di Patti, a carico di un sessantaduenne, originario di Sinagra, ma residente a Naso, difeso dall’avvocato Alessandro Pruiti.

Era stato arrestato dai carabinieri della stazione di Capo d’Orlando, perché ritenuto presunto responsabile di estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un 42enne di Capo d’Orlando e di porto illegale di pistola, per fatti accaduti a Naso nel 2016. L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, ha avuto origine da un incidente stradale, verificatosi a Capo d’Orlando.

Dopo aver ricevuto un primo risarcimento di 800 euro per l’episodio, il 62enne, vantando il proprio legame alla criminalità organizzata, avrebbe iniziato a perseguitare la vittima con ripetute minacce, anche con l’utilizzo di una pistola, pretendendo ingiustificatamente ulteriori somme di denaro.

Nelle varie intimidazioni, l’indagato avrebbe prospettato anche gravi ripercussioni nei confronti dei familiari dell’uomo, inducendolo a consegnargli, nel tempo, ulteriore denaro, fino a 15.000 euro complessivi, oltre agli 800 iniziali. Questi i fatti che, in esecuzione della misura cautelare, avrebbero determinato il carcere a Gazzi.

Nel processo la parte offesa si è costituita parte civile insieme all’associazione Addio Pizzo con gli avvocati Fabrizio Ribaudo e Carmelo Portale.

Il Pm della Dda Francesco Massara ha chiesto la condanna a 10 anni di reclusione e 12 mila euro di multa, il collegio giudicante del tribunale di Patti, presidente Scavuzzo, a latere Vona e La Spada, allineandosi alle richieste del difensore dell’imputato, l’avvocato Alessandro Pruiti, lo ha assolto perché il fatto non sussiste.

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