Il cane di una ragazza sta per morire per una torsione gastrica.
Due centri rifiutano le cure dal costo di 1.500 euro nonostante i proprietari avessero proposto di dilazionare il pagamento: niente pagamento, niente intervento.
Dopo ore e un appello sui social una clinica accetta di fornire le cure, ma ormai è tardi, muore durante il trasporto tra spasmi e dolori.
La storia si diffonde presto sui social. Non mancano critiche e sdegno per la vicenda.
Fra i tanti interventi di rabbia e disappunto anche quello di Massimo Vacchetta, veterinario direttore del “Centro Recupero Ricci La Ninna” che accusa: “Rifiutarsi di prestare le prime cure ad un animale in pericolo di vita è omissione di soccorso e quindi perseguibile penalmente. Dal punto di vista etico è un gesto veramente deplorevole che toglie dignità alla nostra professione che non è un semplice lavoro ma una missione”.
Articolo di Elena Scaffidi