Il Senato ha approvato il “Decreto Cutro” con 92 voti favorevoli e 64 contrari. Il provvedimento del governo, così chiamato perché varato dal governo nella riunione del Consiglio dei ministri che si è tenuta a Cutro, luogo della strage di migranti avvenuta il 26 febbraio, passa ora alla Camera, che lo deve convertire entro il 10 maggio.
A Palazzo Madama l’esame è ripreso in mattinata e sono stati approvati i due emendamenti del governo all’articolo 7 riguardanti i permessi speciali. Il presidente del Senato Ignazio La Russa subito dopo il voto ha dovuto richiamare l’aula all’ordine, dopo che i toni si erano alzati tra applausi di chi esultava e i cori di “buuuu” di chi, invece, ha manifestato dissenso.
L’aula del Senato conferma il nuovo reato per i trafficanti di esseri umani, con carcere fino a 30 anni, quando “quale conseguenza non voluta” di modalità pericolose, inumane o degradanti, di trasporto e ingresso dei migranti, derivino morte, lesioni gravi e gravissime. Con una novità rispetto al testo originario poiché un emendamento del centrodestra al dl Cutro, approvato dall’Assemblea, puntualizza che il reato si configura con “qualunque” mezzo di trasporto utilizzato. Bocciati, invece, tutti gli emendamenti delle opposizioni che chiedevano di sopprimere l’articolo o modificarlo.
Intanto le Regioni italiane chiedono di incontrare il governo denunciando all’unanimità di essere state escluse dal processo decisionale sulla questione migratoria, e nel frattempo si dividono sul decreto Cutro. Tutti i governatori, sono concordi, invece, sulla necessità di fissare un incontro al più presto con il ministro dell’Interno, Piantedosi, della Protezione Civile, Nello Musumeci, e con il commissario per la gestione dell’emergenza migranti, Valerio Valenti.