Riabilitato e dunque candidabile. Sono questi gli effetti dell’ordinanza 514 del 22 marzo scorso emessa dal tribunale di sorveglianza di Messina per l’ex candidato a sindaco, nonché ex vice sindaco ed ex consigliere comunale di Librizzi Francesco Tricoli.
Un provvedimento collegato alle ultime vicende politico-amministrative del centro collinare e ai ricorsi presentati al Tar e al Cga; infatti, a causa della sentenza di patteggiamento emessa dal gup del tribunale di Patti il 19 maggio 2010, dopo le elezioni comunali del 12 giugno dello scorso anno, nel momento dell’insediamento del consiglio comunale – Tricoli si stava insediando come consigliere comunale, fu sollevata la sua incandidabilità.
Nel provvedimento del 22 marzo scorso è stato evidenziato come sussistano ormai le condizioni perché Francesco Tricoli sia a tutti gli effetti riabilitato.
Alla luce di quanto avvenuto, riproponiamo alcune domande; Tricoli, visto che lo scorso anno erano trascorsi già 12 anni dal patteggiamento, il 29 aprile 2022, richiese per scrupolo un certificato del casellario giudiziario, da cui non risultava nulla. Possibile? Cioè possibile che per quanto la richiesta fosse stata generica, non venisse evidenziato un patteggiamento?
Nel precedente mandato di Renato Di Blasi, sindaco che è stato confermato nelle ultime elezioni, Tricoli è stato scelto come vice sindaco e ricoprì questa carica per due anni, poi, nei tre anni successivi, fu consigliere comunale fino alla data delle ultime elezioni, in cui si candidò a sindaco. Dunque se ne deve dedurre che nessuno sapesse niente.
Un ultimo spunto sui ricorsi amministrativi, collegati a questa vicenda; il Tar di Catania, il 21 ottobre 2022, ha ribadito come l’accertamento della incandidabilità del candidato a sindaco Francesco Tricoli abbia causato solo la nullità della sua elezione, ma non abbia determinato conseguenze invalidanti delle operazioni elettorali del 12 giugno dello scorso anno.
Al Cga, per chiedere la riforma della sentenza del Tar, hanno presentato appello il candidato a sindaco Nunzio Scaglione, rappresentato dall’avvocato Antonio Saitta e poi da Sebastiano Pancaldo, Alessandro Furnari, Giuseppe Casella, Paolo Caruso, Nicolò Campana, Nicola Campana e Francesco Adamo, rappresentati dall’avvocato Stefano Polizzotto. Contro il candidato a sindaco e i sette titolari del ricorso al Tar si sono costituiti il comune di Librizzi, rappresentato dall’avvocato Maria Catena Sciammetta e altri amministratori eletti difesi dagli avvocati Mario Cicala e Alessandro Carrà.
Scaglione e i sette cittadini hanno richiesto anche al Cga l’annullamento delle ultime elezioni, perché l’entità dei voti ottenuti dal candidato incandidabile avrebbe inciso sul risultato elettorale.
Ora si resta in attesa che il massimo organo della giustizia amministrativa in Sicilia pronunci il suo verdetto.