E’ stata confermata la decisione di primo grado; il contratto di fornitura di energia elettrica è nullo, per cui il comune di Capo d’Orlando non dovrà pagare oltre 615 mila euro. Così ha deciso la corte d’appello di Messina, con sentenza del 12 giugno scorso, dando seguito a quanto disposto il 19 settembre 2018 dal tribunale di Patti; la corte – presidente Marisa Salvo, a latere Maria Giuseppa Scolaro e Anna Adamo – ha dunque rigettato l’appello proposto da Mediocredito Italiano spa oggi Intesa San Paolo, che è stata condannata anche a pagare oltre 13 mila euro a favore del comune paladino.
Mediocredito Italiano aveva presentato appello alla sentenza emessa nel 2018 dal giudice monocratico del tribunale di Patti Rosalia Russo Femminella; il giudice aveva accolto l’opposizione al decreto ingiuntivo 91 del 2013 presentata dal comune paladino, perché non era stato provato che esistesse un contratto tra Palazzo Europa e la Edison Energia.
In tribunale si erano fronteggiati il comune, rappresentato dall’avvocato Natale Bonfiglio ed il centro Factoring – al quale Edison Energia aveva ceduto il credito – rappresentato dall’avvocato Carlo Bartolo. In secondo grado Intesa San Paolo è stata rappresentata dall’avvocato Luca Capecchi, mentre alla difesa del comune paladino è stato confermato l’avvocato Natale Bonfiglio.
Intesa San Paolo ha chiesto la riforma della sentenza di primo grado e da qui la conferma degli effetti del decreto ingiuntivo a carico del comune paladino. Quest’ultimo ha richiesto invece che il contratto stipulato con Edison Energia fosse nullo, perché mancava l’impegno di spesa, circostanza già formalizzata in primo grado dall’avvocato Bonfiglio e ribadita nell’ulteriore grado di giudizio.
Così ha deciso la corte d’appello di Messina: rigetto dell’appello, conferma della sentenza emessa dal tribunale di Patti il 19 settembre 2018 e condanna di Intesa San paolo a pagare oltre 13 mila euro a favore del comune paladino. E’ questa la prima sentenza della Corte di Appello di Messina che si pronuncia sui numerosi appelli pendenti.