Saranno presentati giovedì 3 agosto 2023, alle ore 17.30, al teatro comunale “Riccardo Casalaina” di Novara di Sicilia, i primi risultati della campagna di scavo archeologico effettuata sulla Rocca di Novara.
L’equipe di archeologi è stata guidata dalla professoressa Lucia Arcifa del dipartimento di scienze della formazione, con la partecipazione degli studenti dei corsi di laurea di beni culturali, archeologia e della scuola di specializzazione in beni archeologici dell’Università degli Studi di Catania.
Le indagini sono iniziate a luglio 2022 grazie alla concessione di scavo stipulata con
l’Assessorato ai Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e al sostegno del Comune di Novara di Sicilia che, tramite la sua amministrazione, ha assicurato in tutte le fasi un fondamentale apporto logistico e una adesione convinta al progetto.
“Sono estremamente orgoglioso del fatto che queste scoperte proiettino il nostro comune in ambito culturale internazionale, ha spiegato il sindaco Gino Bertolami, poiché Rocca Novara è sempre stata di una elevata importanza strategica, infatti mi sto impegnando nella ricerca di finanziamenti che possano incrementare in futuro i fondi per gli scavi.”
Il comune sta allestendo proprio in questi giorni il Museo Archeologico di Novara di Sicilia (MANOS), la prima sala espositiva dedicata alla preistoria in tutta la provincia di Messina che in particolare rappresenterà le stratigrafie e i materiali archeologici della Sperlinga che vanno dal Paleolitico Superiore (Epipaleolitico) all’Età del Rame, in sinergia con la
Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Messina, il Parco archeologico delle Isole Eolie e con il Museo Archeologico “L. Bernabò Brea” di Lipari.
La campagna di ricognizione ha consentito di accertare la natura fortificata del sito,
posto ai piedi della Rocca, a quota 1204 metri sul livello del mare; l’analisi delle strutture murarie esistenti, conservate per pochi filari e sotto strati di crollo, benché fortemente disturbate da scavi clandestini passati, ha evidenziato l’esistenza di un circuito difensivo lungo i limiti del pianoro, al cui interno si distribuiscono oltre 120 emergenze tra capanne circolari, edifici a pianta rettangolare, siloi per granaglie, cisterne.
I ritrovamenti di superficie hanno consentito di datare tra fine IX e X secolo la costruzione della fortezza che si inserisce nel contesto di una più ampia difesa territoriale della cuspide nord-orientale dell’Isola e dello Stretto di Messina da parte bizantina per fronteggiare l’avanzata islamica lungo la costa tirrenica a nord e la Valle dell’Alcantara a sud.
La valenza strategica del sito di Rocca di Novara, emerge con grande rilevanza in questa
fase assicurando il controllo visivo del tratto di costa tra Tindari e Milazzo nonché le
principali direttrici di marcia lungo le fiumare del Patrì e del Mazzarà S. Andrea, lungo la
via di cresta tra Peloritani e Nebrodi, e in direzione dell’Alcantara.
Lo scavo appena conclusosi ha consentito di mettere in luce il perimetro di un
edificio (9×6 m) verosimilmente un deposito, il cui elevato si conserva per oltre un metro.
Si tratta di una conferma importante della qualità dei resti e delle potenzialità del sito che
consentirà di accrescere le nostre conoscenze su una fase di grande rilievo per la storia
della Sicilia altomedievale e per la ridefinizione del paesaggio insediativo.
La presenza di queste fortificazioni e le necessità connesse al loro approvvigionamento è probabile che abbiano creato le condizioni per il sorgere a quote più basse e accessibili di nuclei di popolamento rurale.
La ricerca in questo senso si apre alla comprensione dell’imprinting bizantino alla definizione dei paesaggi della Sicilia nord-orientale ponendo le basi per una riflessione sulla nascita dei centri come Novara di Sicilia e le sue frazioni. Fin d’ora il sito di Rocca di Novara consente di accertare l’impegno e lo sforzo economico di Bisanzio nella difesa dell’Isola e del controllo sullo Stretto, ponendosi come caso studio di eccezionale valore per lo studio e la comprensione della proiezione mediterranea dell’impero.