Con ordinanza cautelare del T.A.R. Lazio n. 5581 del 2023, La Coral S.r.l., società che gestisce la Sala Bingo di Torrenova (Messina), rappresentata e difesa dagli Avvocati Ubaldo Musarra e Paolo Starvaggi, ha vinto il “primo round”, dinnanzi ai Giudici Amministrativi, ottenendo la sospensione della nota dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che, sulla base della legge di bilancio n. 197 del 2022, ha previsto un consistente aumento del canone concessorio, da versare mensilmente, quantificato in € 8.625,00.
Successivamente all’udienza del 6 settembre 2023, il T.A.R. Lazio ha ritenuto sussistenti “la serie di dubbi di compatibilità euro-unitaria già espressi dal Consiglio di Stato su analoghe misure adottate in base alla previgente disciplina di legge che – al pari dell’odierno art. 1, comma 124, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 – ha previsto un regime di “proroga tecnica” onerosa delle concessioni scadute” – e che – “in ragione di quanto sopra esposto, può disporsi nelle more che la ricorrente società resti comunque tenuta a versare il canone concessorio nella ridotta misura originaria di euro 2.800,00 mensili”.
La complessa tematica risale al lontano 2013 quando il legislatore italiano, con la legge-provvedimento n. 147 del 2013, introdusse, per la prima volta, il c.d. “canone concessorio”, tributo considerato iniquo da innumerevoli sale bingo fra cui la Coral S.r.l. che ha sempre ritenuto tale canone non improntato al principio di “proporzionalità sul fatturato”.
Nonostante la legittimità di tale legge sia, ancora oggi, al vaglio dei giudici nazionali e comunitari, il legislatore italiano, con la nuova legge di bilancio di dicembre 2022, senza tenere conto delle criticità emerse nell’ultimo decennio, ha imposto, come detto in precedenza, una nuova legge che ha aumentato ingiustificatamente il canone.
Oggi, grazie all’intervento degli Avv.ti Ubaldo Musarra e Paolo Starvaggi, la Coral S.r.l. dovrà versare il canone in misura ridotta e quindi, anzichè € 8.625,00, soltanto € 2.800,00.
L’udienza di merito è stata fissata al 30 novembre 2023 e, in quella sede, si potrebbe prospettare un rinvio alla Corte Costituzionale per accertare se l’introduzione e l’aumento del canone concessorio rispetti o meno le previsioni normative di rango Costituzionale.