Il Ponte sullo Stretto di Messina. Con il Decreto Legge 31 marzo 2023, n. 35, si è finalmente scritta la parola fine ad una diatriba che ha visto protagonisti, negli ultimi cinquant’anni, politici, economisti, ordini professionali, semplici cittadini che si sono fronteggiati per far valere le loro ragioni sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Un’opera che non ha eguali nel mondo, una struttura in acciaio lunga circa 3,5 chilometri a campata unica, per una larghezza di circa 60 metri. Torri alte 400 metri allocate a Messina e a Villa San Giovanni. Dal momento in cui inizieranno i lavori, serviranno almeno sette anni per vedere l’opera finita a questo, cosa non secondaria, si dovranno aggiungere circa 15 miliardi di euro.
Bazzecole rispetto a quello che dal 1981al 1997 si è speso per i vari studi di fattibilità: 135 miliari delle vecchie lire. Coinvolti, per i settori di competenza, ANAS e RFI. La semplice domanda che ciascun cittadino si pone riguarda la fonte del finanziamento necessario per la realizzazione dell’opera. Nel Def (Documento di economia e finanza) si legge che: “….si intende provvedere mediante: le risorse messe a disposizione dalle Regioni a valere, in particolare, sui Fondi per lo Sviluppo e la Coesione; l’individuazione, in sede di definizione della legge di bilancio 2024, della copertura finanziaria pluriennale a carico del bilancio dello Stato; i finanziamenti all’uopo contratti sul mercato nazionale e internazionale: saranno a tal fine considerate prioritarie le interlocuzioni con finanziatori istituzionali quali la Banca europea degli investimenti e Cassa depositi e prestiti; l’accesso alle sovvenzioni di cui al programma Connecting Europe Facility – Cef (partecipazione al bando entro settembre 2023)”.Naturalmente la certezza dei finanziamenti è il nodo da sciogliere perché non ci si può fidare di coloro che fino ad oggi sia sono affidati al “politichese” in quanto,i cittadini sono stanchi di pensare e vedere che l’interesse personalistico di qualche pseudo politico, debba prevalere sull’interesse collettivo.
Federico Basile considera il Ponte sullo Stretto “una realizzazione che sicuramente porterà notevoli benefici alle città di Messina e Reggio Calabria; posti di lavoro, benefici per l’indotto e opere strutturali che potranno modificare la fisionomia di una città che guarda allo sviluppo futuro. Questo potrà dare certezze alle esigenze ed ai bisogni dei cittadini. Bisogna puntare, ha proseguito Basile, a non fare scappare via i giovani cervelli che vogliono realizzare i loro sogni nella loro città”. Basile ricorda che Messina “è vittima di opere che hanno visto cantieri aperti ma non ancora chiusi; due tra tutti: Viadotto Ritiro che, da oltre quindi anni arreca disagi ai messinesi nonostante i proclami di CAS Sicilia e Il Porto di Tremestieri, una tela di Penelope che mortifica la dignità degli incolpevoli cittadini peloritani”. La scorsa settimana il sindaco Basile ha incontrato a Roma, l’amministratore delegato della società Stretto di Messina Pietro Ciucci. Tema dell’incontro, la certezza sulla tempistica per la realizzazione del Ponte ma anche le inevitabili ricadute anche infrastrutturali che interesseranno il territorio messinese.
Ciucci ha assicurato il primo cittadino sul coinvolgimento delle due regioni Sicilia e Calabria oltre che delle città di Messina e di Reggio Calabria, sulle scelte che riguarderanno l’inserimento del ponte sul territorio. Mercoledì prossimo,i vertici della società Stretto di Messina saranno a Messina per esaminare le diverse priorità che riguardano la città. Ai cittadini non spetta altro che affidarsi alla responsabilità di tutti gli attori coinvolti in questo progetto faraonico, nonostante i precedenti siano poco rassicuranti.
Salvo Saccà