Nella splendida cornice dello stretto di Messina, su cui si affaccia “La Corte dei Mari”, si è svolta la quarta edizione di “Timios – Sophos”, iniziativa cui ha dato vita l’associazione forense ASS.PE.93-CAMERA MINORILE di Messina, nel- l’ambito della formazione permanente dell’avvocatura, che vede tributati onori a Maestri dell’arte forense che si sono particolarmente distinti ed affermati nell’ambito dell’Avvocatura nella funzione sociale di cui è portatrice.
L’odierna edizione ha chiamato a testimoniare sapienti ed esperte figure di Avvocati, sugli ultimi “avamposti della giustizia rappresentati dalle ex Preture, quale presidio di legalità nell’esperienza dei V.Pretori”.
L’iniziativa ha coinvolto tutto il distretto giudiziario della Corte di Appello di Messina e chiamato in causa l’Avv. Salvatore Princiotta di Acquedolci, l’Avv.Giovanni Starrantino di S.Teresa di Riva e l’Avv. Elvira Sibilla di Milazzo.
Dopo i saluti del Presidente O. Avv. Antonino Centorrino, ha avuto la parola l’Avv. Nunzio Cammaroto, quale componente il Consiglio distrettuale dell’Ordine degli Avvocati di Messina e componente del Consiglio distrettuale di Giustizia, il quale non ha mancato, tra l’altro, di lamentare il continuo declino dei presidi giudiziari tutt’ora perseguito a fronte di criteri di economicità nella politica della geografia giudiziaria.
Illustrata la figura del Pretore nel sistema giudiziario previgente e tracciate le figure professionali dei relatori, quali V.Pretori operanti a supporto della giustizia nel rilevante ca- rico di procedimenti pendenti (benchè originariamente con breve mandato – un ruolo assegnato per due anni e solo per altro analogo periodo rinnovabile, che purtuttavia nel tempo ha visto assegnati ruoli a tempo indeterminato, a fronte dei quali tale figura non riscuote gli stessi riconoscimenti di inquadramento professionale e retributivo rispetto alla magistratura c.d. “togata”, sebbene uguali siano i compiti e le responsabilità nella rispettiva competenza codicistica), l’avv. Centorrino ha passato la parola ai protagonisti principali, i quali, a turno, hanno deplorato la cancellazione di tali uffici giudiziari sul territorio (le Preture – veri avamposti di giustizia) e per citarne alcuni tra i tanti, quella di Taormina, Rometta, Milazzo, Naso, Mistretta, ecc., con l’ulteriore aggravamento, da ultimo, della soppressione degli uffici giudiziari dei Giudici di Pace, in un incomprensibile accentramento in nome di un risparmio di risorse non accettabile per una società civile, democratica e volta al buon funzionamento di un essenziale servizio pubblico (pronta ed efficiente giustizia) nell’interesse soprattutto delle categorie più deboli dei cittadini che per lontananza dalla sede centrale del Tribunale, per mancanza di mezzi economici e logistici, per condizioni personali o sociali spesso rinunciano alla fruizione di tale diritto e servizio essenziale, preferendo talvolta addirittura soccombere nelle libertà e nei propri beni e dei loro congiunti.
E non è mancata la testimonianza della positiva valenza della personale conoscenza da parte dei V.Pretori che avevano dei luoghi, delle persone e delle dinamiche locali, nella dovuta, pronta ed equilibrata soluzione delle controversie.
Così come affermato dall’avv. Starrantino: “la sentenza, sebbene punitiva, veniva quasi sempre accettata dal responsabile, Avv. Antonino Centorrino al quale risultava ben chiara la conseguenza della possibile recidiva” e palese si stagliava la presenza del presidio taorminese nel quale egli operava, di sovente chiamato a dipanare questioni di diritto anche internazionale (con sentenze alla mano, espressamente citate) e sull’altro versante tirrenico del distretto, ci si chiede quanti tra magistrati e pubblici ministeri chiamati ad intervenire “sui luoghi del delitto”, partecipino oggi ad atti di accertamento tecnico-irripetibili quali le autpsie e quanto incida sulle indagini il presidio del giudice locale e la sua immediata disponibilità ed a tanto, riguardo l’avv. Elvira Sibilla – magistrato donna – si aggiunge l’ulteriore gratificante risultato della riconosciuta autorevolezza del suo operato, anche nella prossimità e conoscenza di essa sul territorio. All’unisono l’Avv. Princiotta, sulla ineliminabile vicinanza della giustizia al circondario, la cui assenza lascia spazi a sacche di illegalità e soggetti che ad essa hanno la delittuosa pretesa di sostituirsi. E quale il costo, non solo della cittadinanza che alla fine si sente abbandonata, ma anche della giustizia che quale causa ad effetto si trova a reprimere situazioni che appaiono ben prevedibili e talvolta addirittura risultano paradossali.
L’evento ha visto poi consumarsi il consueto rito forense, con la lettura di un significativo brano a quei Maestri che pur prestati all’esercizio di funzioni giudicanti hanno portato lustro all’avvocatura, con l’epilogo di un corale applauso nei dovuti ringraziamenti.