Meglio congelare lo status quo e mantenere l’attuale situazione del numero degli istituti comprensivi in provincia di Messina. Questa la decisione che avrebbero dovuto adottare i sindaci della conferenza territoriale scolastica in sede di confronto quando, alcuni giorni fa, si è discussa alla Città Metropolitana di Messina la proposta di piano del dimensionamento scolastico. Così l’ex sindaco di Castell’Umberto Vincenzo Lionetto Civa, oggi consigliere comunale di minoranza nel centro montano.
Per Lionetto Civa i sindaci avrebbero potuto giovarsi della sentenza del Tar Campania, dopo che la Regione Campania ha presentato ricorso, ottenendo la sospensiva sugli effetti del piano, rimandando anche ad altre sentenze della corte costituzionale e a tutte quelle disposizioni di legge che vanno contro il piano di dimensionamento scolastico proposto dal Governo Nazionale.
I sindaci dovevano e devono far pressioni sulla Regione Sicilia perché blocchi tutto, come ha fatto la Regione Campania; questa per Lionetto Civa è la strada seria da percorrere, anche per rispondere a chi ha chiesto quale ruolo avesse adottato la politica in questo frangente.
Per l’ex primo cittadino di Castell’Umberto la politica fino ad ora non solo non si è attivata, ma è andata controcorrente; ha sottolineato inoltre come nella conferenza Stato-Regioni del 24 maggio scorso la Regione Sicilia non sia stata tra quelle a votare contro il piano di dimensionamento nazionale, così come hanno fatto la Campania ed altre regioni.
E proprio perché alla Regione Sicilia, secondo il suo statuto e secondo le nome costituzionali, compete la predisposizione dei servizi scolastici che devono tener conto della realtà territoriale, a maggior ragione, come ha fatto la Campania, giovandosi anche di svariate sentenze della Corte Costituzionale, avrebbe dovuto presentare ricorso al Tar, in modo che la decisione dell’organo amministrativo, nel caso di accoglimento, avrebbe potuto ricadere sul piano regionale.
In conclusione per Lionetto Civa è opportuno che i sindaci si attivino presso l’assessorato regionale all’istruzione, dove verranno discusse nei prossimi giorni tutte le proposte provenienti dalle province siciliane, perché si blocchi tutto in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale prevista per il 21 novembre e del Consiglio di Stato per il 28 novembre.