Il Tribunale di Patti, giudice monocratico Giuseppe Turrisi, ha assolto per non aver commesso il fatto un 31enne torrenovese accusato di ricettazione, mentre per un 37enne di origini straniere è stato disposto il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione per acquisto di cose di sospetta provenienza o più comunemente “incauto acquisto”.
I due erano finiti nei guai per un telefonino che era stato sottratto in un esercizio commerciale in un comune limitrofo nel giugno del 2017. Il titolare presentò denuncia contro ignoti e qualche mese dopo i carabinieri ritrovarono il dispositivo, che risultava in uso al 37enne. Successive indagini condussero al 31enne quale presunto autore della cessione del telefono in questione al 37enne. Entrambi furono denunciati: il primo, difeso dall’avvocato Basilio Ferrante, per incauto acquisto; il secondo, rappresentato invece, dall’avvocato Rosario Di Blasi, per ricettazione e successivamente furono rinviati a giudizio. Secondo la tesi difensiva dell’avvocato Di Blasi, dall’esame degli elementi che avrebbero collegato il telefono al 31enne, non sarebbero, emerse in dibattimento prove concrete che a cedere il telefono fosse stato il suo assistito; mentre per il 37enne, l’avvocato Ferrante aveva sostenuto che il giovane aveva effettuato uno scambio, tra il suo vecchio telefono e il cellulare rubato, che è risultato addirittura essere danneggiato al momento dello scambio e per il quale aveva anche pagato un differenza in denaro.
Il giudice all’udienza conclusiva che si è tenuta oggi al Tribunale di Patti, con sentenza contestuale alla lettura del dispositivo, accogliendo la tesi del legale di fiducia del 31enne accusato di ricettazione lo ha assolto con formula piena per non aver commesso il fatto. Per il 37enne è stato invece disposto il non luogo a procedere in quanto il reato si è estinto per intervenuta prescrizione.