sabato, Novembre 23, 2024

Messina: presentato il Report Povertà 2022-2023 della Caritas Diocesana

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Nell’Aula Buccisano del Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche dell’Università di Messina, presentato il Report Povertà 2022-2023 di Caritas. Quest’anno, filo conduttore la “Narrazione di prossimità”. Padre Nino Basile Direttore di Caritas Diocesana, ha spiegato che parlare di narrazione, così come voluto da Papa Francesco, “significa affidare un ruolo centrale all’uomo con le sue emozioni, il suo vissuto, con pregi e difetti”. Narrazione perché è necessario poter condividere con gli altri esperienze, stili di vita e quant’altro possa arricchire la società. Portare un tassello dopo l’altro per costruire uno spirito comunitario e solidaristico. Narrazione che non dev’essere raccontare vicende, storie che riguardano i singoli bensì, trasferire emozioni che diventano contagiose sia nel bene che nel male. L’unica attenzione che bisogna porre in essere, è non affidarsi alle fake news ma, trasferire la verità per poter essere credibili.

La società ma, soprattutto i giovani, hanno bisogno di modelli educativi, di valori che diventeranno il loro patrimonio e poi, potranno trasferirlo ai loro “compagni di viaggio” ma anche a chi vive ancora nell’indifferenza e nel qualunquismo.  Padre Nino Basile ha ribadito il fatto che “anche la Chiesa ha capito l’importanza di lavorare in sinergia; solo così, camminando insieme ad altri soggetti, mettendo in comune professionalità, capacità, si ottiene la forza per vivere in società più a misura d’uomo”.

Nell’aula Buccisano, il padrone di casa Mario Pio Calogero, Direttore SCIPOG, ha voluto sottolineare “l’importanza di presentare un lavoro completo ed esaustivo come il Report Povertà, agli studenti del corso di laurea in scienze sociali; proprio trattando di situazioni sociali di un certo tipo, potrà rappresentare un utile strumento di lavoro”. Curatore della pubblicazione Enrico Pistorino, referente area promozione Caritas, ha voluto sottolineare “quanto sia importante presentare l’analisi delle povertà più diffuse su tutto il territorio provinciale alla società civile, al mondo politico ma anche agli imprenditori che investono in un territorio fragile”. Pistorino ha parlato “delle povertà che riguardano gli anziani, i giovani, passando per l’emergenza abitativa, il lavoro e finire con le povertà economiche e, soprattutto, educative”.

Una società civile non può permettersi di lasciare indietro qualcuno: i bambini sono tra le persone più fragili. Impedire loro di studiare, di apprendere, di mettere a frutto le loro capacità, le loro aspirazioni, i loro talenti, significa privarsi di un patrimonio che nessuno potrà mai più restituire. La povertà educativa si manifesta maggiormente nelle famiglie che vivono in una condizione di povertà economica; questi ragazzi, non possiedono le stesse opportunità di coloro che vivono in famiglie con una buona stabilità finanziaria.

Ancora, nelle famiglie in cui i genitori hanno un livello di scolarizzazione basso, cresceranno figli con poche possibilità di confrontarsi con chi possiede un livello culturale soddisfacente. Interessante la prospettiva di Domenica Farinella, sociologa economica e componente dell’Osservatorio diocesano Povertà e Risorse che ha messo in evidenza, “come il risanamento e la conseguente demolizione delle baraccopoli, è stato fatto senza tenere in considerazione le storie di quelle famiglie che abitavano le baraccate. Dare una casa popolare non significa allontanare il disagio culturale, relazionale ed economico perché, le persone hanno alle spalle un vissuto, relazioni, che sicuramente non riuscirebbero più a costruirle altrove”. Domenica Farinella guarda al futuro pensando ai quartieri di Villaggio Aldisio, Ritiro, Rione Taormina, Bisconte, Giostra, Camaro, Gazzi e tanti altri che “dopo lo sbaraccamento non debbono tornare ad essere solo palazzoni ma, guardare a quelle aree per creare luoghi d’incontro per anziani e bambini, centro sociali, auditorium, parchi urbani, spazi per le attività sportive”. Solo così tornando alla “narrazione” precedente, l’uomo tornerebbe ad essere al centro di tutto.

La sociologa Carmela Lo Presti componente dell’Osservatorio diocesano Povertà e Risorse e Andrea Nucita Informatico, responsabilità della Comunità di Sant’Egidio di Messina e componente dell’Osservatorio diocesano Povertà e Risorse si sono occupati degli anziani i quali, come spesso va ripetendo Papa Francesco, non possono essere considerati come “scarti” perché non riescono più ad essere “produttivi” e quindi, far crescere l’economia del paese. L’età media si è molto innalzata e gli anziani, sono sicuramente protagonisti della vita sociale. Gli anziani, spesso rappresentano la “stampella” di figli che lottano ogni giorno contro gli aumenti sconsiderati dei beni di prima necessità o di nipoti che superati i trent’anni, non riescono a trovare un lavoro che dia loro la dignità che spetta ad ogni persona. Lo Presti e Nucita hanno “diviso gli anziani in tre fasce: la prima che comprende le persone dai 65 ai 74 anni; la seconda dai 75 agli 84 anni e l’ultima con gli over 85”.

Nel primo gruppo ci sono anziani che, grazie alla loro dinamicità e alla freschezza intellettiva, sono ancora attivi e contribuiscono al benessere collettivo. Della seconda fascia, fanno parte gli anziani fragili che, sicuramente sono molto autonomi nel loro ambiente familiare ma, all’esterno non riescono a socializzare o ad avere una mobilità autonoma. Infine, gli over 85 sono i cosiddetti anziani a rischio di non autosufficienza che richiedono cure ed assistenza continuativa”. Carmela Lo Presti ha svolto un pregevole lavoro nel Villagio di Camaro San Paolo dove la presenza di donne anziane e considerevole. La sociologa “ha intervistato tre protagoniste di una zona ad alto tasso di criminalità, donne forti con un vissuto, un bagaglio di conoscenze e relazioni che rappresentano una fonte inesauribile per le giovani generazioni”.

Molto significativi anche i lavori svolti da Salvatore Gulletta, Enrico Pistorino, Francesco Polizzotti, Tiziana Tarsia, Domizia Arrigo, Silvia Carbone, Francesco Conti. Ha introdotto e moderato i lavori Alberto Randazzo Presidente dell’Azione Cattolica Messinese e docente di istituzioni di diritto pubblico dell’Ateneo Messinese il quale, “ha evidenziato la differenza tra il diritto all’abitazione dal diritto all’abitare. Due concetti che possono sembrare uguali ma che sono sostanzialmente differenzi infatti, il diritto all’abitazione si riscontra nella Costituzione agli articoli 47 secondo comma e 14”.

Randazzo evidenzia il fatto che la “Repubblica è chiamata a favorire l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione. Il diritto all’abitare invece, ha aspetti anche sociologici e tiene conto della dignità, libertà e uguaglianza elementi di indiscussa natura sociale”. Il Report Povertà 2022-2023 dovrebbe rappresentare un vademecum fondamentale di valutazione giornaliera per coloro che amministrano le sorti di una città ma, più in particolare, per la classe politica che è stata chiamata dal popolo a rappresentarlo nelle sedi istituzionali. Qualunque intervento venga predisposto, dovrebbe tenere conto del contesto sociale in cui vivono le persone, le loro aspettative, desideri e, soprattutto “bisogni”. Insieme si costruisce, da soli si rimane ancorati ad un’idea che non diventerà mai realtà.

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