Il pm nella corso della sua requisitoria aveva chiesto due anni di reclusione, ma al termine del processo, il giudice, accogliendo le richieste dell’avvocato Giorgio Scisca, difensore dell’imputato, lo ha mandato assolto perchè il fatto non sussiste.
Si è conclusa martedì scorso in questo modo a livello penale, perchè il processo civile è ancora in corso, una vicenda del 2017 verificatasi a Capo d’Orlando.
Un imprenditore edile orlandino, alla luce di alcune dichiarazioni rese nel corso di un processo civile al tribunale di Patti, dove aveva deposto come testimone, era finito sotto processo per falsa testimonianza e la procura della repubblica di Patti aveva chiesto di celebrare il processo a suo carico.
Si trattava di una causa civile di una certa entità su un appalto privato di importo rilevante.
Nel corso delle discussioni finali, il pm Tiziana Brancato aveva chiesto la condanna a due anni di reclusione; il difensore dell’imputato, l’avvocato Giorgio Scisca, chiedendo invece l’assoluzione per il suo assistito, ha ribadito che non solo, nel corso delle sue dichiarazioni l’imputato avesse detto il vero, ma anche che le sue dichiarazioni fossero state di assoluta irrilevanza ai fini della decisione della causa.
Da qui il giudice monocratico del tribunale di Patti Eleonora Vona ha assolto l’imputato perchè il fatto non sussiste.