Un’isola pedonale gremita all’inverosimile da migliaia di cittadini; anziani, bambini, donne, ragazzi che, con convinta determinazione, hanno continuato a gridare il loro NO alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. Tra loro diversi esponenti politici confusi tra i sostenitori delle oltre 70 sigle composte dal coordinamento di comitati, associazioni, partiti, sindacati, provenienti da tutta Italia, che hanno affollato “l’isola della discordia”; i commercianti del Viale San Martino, si augurerebbero fosse sempre cosi affollata, specialmente in questo periodo natalizio.
I sostenitori del NO ritengono che quest’opera faraonica poco serva alla soluzione del problema dell’attraversamento dello Stretto anche perché, ormai le merci si spostano utilizzando aerei e navi di grossa stazza. Ancora, non esiste la certezza che i 15 miliardi di euro ci siano realmente, questo potrebbe significare che quello che i messinesi da oltre quindici anni stanno vivendo a causa dei lavori sull’A20 (viadotto Ritiro) su tutti, potrebbero avere conseguenze più disastrose se, una volta iniziati i lavori, si dovessero fermare per mancanza di adeguate risorse finanziarie. Angelo Bonelli presidente della Federazione Verdi, Sandro Ruotolo gionalista e senatore del PD, Barbara Floridia Presidente della Commissione di Vigilanza RAI e senatrice del M5S, Nuccio Di Paolo Vice Presidente dell’ARS e parlamentare del M5S, Antonio De Luca parlamentare regionale del M5S, Renato Accorinti ex Sindaco di Messina, Mimmo Lucano già Sindaco di Riace, hanno chiesto che prima del Ponte venissero realizzate infrastrutturi molti più utili. Il doppio binario visto che in Calabria e in Sicilia oltre 80% degli snodi ferroviari sono su un binario unico; ancora, sembra un paradosso ma non è così perché nel 2023, un cittadino siciliano che parte da Trapani, per raggiungere Siracusa, è costretto ad impiegare 13 ore, cambiando quattro treni regionali.
La sanità pubblica è al collasso, anche il Governatore della Sicilia, ha manifestato molto interesse verso la sanità privata; per eseguire un esame diagnostico, occorre aspettare mesi se non addiritura un anno. I giovani siciliani e quelli calabresi, per realizzare i loro sogni, ed essere protagonisti della società attraverso un lavoro adeguato alla loro formazione e conoscenza professionale, debbono necessariamente abbandonare la terra, emigrando al nord Italia o addiruitutta all’estero. I sostenitori del NO sciorinano una lista interminabile di opere non realizzate, promesse dai diversi Governi, sia di destra che di sinistra, che si sono alternati alla guida del paese. Rimarcano le incompite del precedente governo Musumeci in ordine soprattutto ai termovalorizzatori, agli invasi per la raccolta delle acque, ai concorsi nella sanità pubblica, alla valorizzazione delle bellezze storico culturali dell’isola. Il ponte, per i manifestanti, tanto voluto dal Ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini, rappresenta un’opera che devasterebbe l’ecosistema dello Stretto con danni irrimediabili; lo stesso Salvini, sempre testimoniato dalle migliaia di cittadini che sono scesi in piazza, era il più convinto assertore che il Ponte sullo Stretto, non si sarebbe mai dovuto costruire perché un’opera inutile. Adesso, per interessi prettamente elettoralistici, ha cambiato idea. Lo scontro sicuramente non si concluderà con questa manifestazione, si attende la replica dei sostenitori del SI per capire se le due posizioni sono precostituite o, se valutando gli aspetti negativi e quelli positivi, il più grande Ponte sospeso al mondo, si farà oppure, così come da oltre dieci anni, se ne discuterà per un certo periodo e poi cadere nel dimenticatoio fino a quando, qualche altro esponente politico, lo tirerà fuori.