Molto partecipato il primo incontro della neo Rettrice dell’Università di Messina Giovanna Spatari, per lo scambio di auguri con la stampa. Una elezione che ha segnato una svolta nel mondo accademico messinese, molto attesa dalla città perché desiderosa di vedere concretizzato un cambiamento fatto non solo di nomi ma anche di contenuti e progetti. Una elezione che è stata vissuta con molta più intensità emotiva rispetto a quella del sindaco Basile forse perché più scontata e prevedibile.
a Spatari è riuscita a convincere gli elettori che, la sua candidatura non rappresentava la continutà con quella del suo predecessore. Anche se su molti punti c’era una concordanza d’intenti, vedasi l’internazionalizzazione dell’ateneo, altri avrebbero segnato la svolta che Messina, il mondo accademico e gli studenti si aspettavano e che adesso, desiderano vengano messi in atto.
La Rettrice Spatari ha parlato di attenzione verso i docenti con disabilità che rappresentano una vera risorsa non solo per l’ateneo messinese ma per tutto il mondo universitario. Con la solita grazie e gentilezza Giovanna Spatari ha dichiarato che opererà in maniera equa ed esclusivo interesse dell’università.
Dopo la nomina del pro rettore Giuseppe Giordano, la Spatari si è riservata qualche altro giorno di riflessione per predisporre la “squadra” che dovrà affiancarla in questo delicato ma gratificante compito. Collaboratori che, la Rettrice Spatari ha definito debbano possedere competenze, dinamicità e voglia di mettersi in gioco. Questo perché dovranno essere implementate le attività della cittadella universitaria e, portare a completamento tutte le iniziative intraprese dal precedente rettore. Fondamentale, ha concluso la Rettrice, rafforzare i rapporti di collaborazione con le istituzioni pubbliche e private e con il mondo dell’associazionismo.
Infine, Giovanna Spatari con una nota d’orgoglio, ha voluto sottolineare la sua piena soddisfazione perché, nel decreto di nomina firmato dalla Ministra Annamaria Bernini, compare il termine Rettrice proprio a sugellare l’importanza di declinare al femminile alcuni termini che, fino ad oggi, rappresentavano patrimonio esclusivo del mondo maschile.