Pioggia di cause di lavoro per centinaia di migliaia di euro, con somme già incassate e meno risorse a disposizione per il Parco dei Nebrodi. Un bel grumo giudiziario per l’Ente che, nonostante abbia visto recentemente ribaltata in appello una sentenza emessa dal Tribunale del lavoro di Patti su un presunto credito vantato da 4 dipendenti per differenze retributive, è stato costretto ad attivarsi per recuperare il denaro. Ma andiamo con ordine.
L’oggetto del contendere, per un ammontare complessivo di oltre 358 mila euro, oltre interessi, da parte di 4 dipendenti della riserva, era finito sui tavoli del giudice del lavoro del Tribunale di Patti. I lavoratori, assunti con domanda presentata ai sensi della legge regionale 76/1995 che detta le norme, tra gli altri, per il personale degli Enti parco, dopo avervi svolto servizio in posizione di comando, all’atto dell’assunzione erano stati inquadrati a partire dal 2006, 3 come categoria C, ed uno come categoria D. Successivamente nel 2018, in base ad una nuova norma regionale, erano stati riconosciuti loro inquadramenti più favorevoli, con aumento delle retribuzioni. Secondo i dipendenti non erano però state interamente versate le differenze e hanno chiesto al giudice di riconoscerle e disporne il pagamento. Il Tribunale, affidando ad un CTU il conteggio delle somme dovute, pur riconoscendo il diritto dei dipendenti alla corresponsione, aveva determinato cifre inferiori a quelle pretese, per un ammontare complessivo di poco più di 236 mila euro.
La decisione, appellata dall’Ente, assistito dall’avvocato Calogero Cicero, è stata però totalmente ribaltata dalla corte d’appello di Messina che ha accolto le eccezioni sollevate dall’Ente, riformando il 22 dicembre scorso la sentenza di primo grado, rigettando le domande dei dipendenti. I lavoratori, però sulla scorta della prima sentenza, avevano già avviato l’esecuzione sugli importi loro riconosciuti, con assegnazione resa definitiva il 20 dicembre scorso. Gli importi sono stati quindi incassati, con un pignoramento presso la tesoreria del Parco, nelle prime settimane di gennaio 2024. L’Ente ha quindi conferito incarico ancora all’avvocato Cicero per recuperare il denaro, ma, intanto, anche altri dipendenti hanno chiamato in causa il Parco, per motivazioni analoghe, ottenendo sentenze favorevoli in primo grado e, per alcuni, l’esecuzione sugli importi.