venerdì, Novembre 22, 2024

Messina, le celebrazioni per in occasione della Giornata Internazionale della Memoria – No all’indifferenza!

giornata della memoria

Il 27 gennaio si celebra la Giornata Internazionale della Memoria istituita in Italia nel 2000 con la legge 211/2000; il primo novembre 2005, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha proclamato il 27 gennaio Giornata Internazionale della Commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto. Il 27 gennaio 1945 ha segnato la fine della seconda guerra mondiale e l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, Birkenau e Mauthausen per opera della 60esima armata dell’esercito sovietico. Nei campi di concentramento, dentro i forni crematori, sono morti centinaia di migliaia di cittadini: ebrei, omosessuali. neri, oppositori politici, massoni, religiosi minoranze etniche, rom, sinti e jenisch, omosessuali. Il giorno della memoria non è un omaggio alle vittime, ma un’occasione per riflettere sui disastri del nazismo e ricordare le vittime della Shoah ma, anche quelli delle leggi razziali approvate durante il regime fascista.

Alla Sala Laudamo di Messina, si è tenuta una cerimonia sobria ma, particolarmente significativa e toccante voluta dalla Prefetta di Messina Cosima Di Stani per celebrare la Giornata della Memoria. Presenti autorità civile, militari e religiose oltre ad una considerevole rappresentanza di studenti degli istituti scolastici cittadini. L’iniziativa è stata trasmessa in streeming in tutte le strutture scolastiche provinciali. Consegnate due medaglie d’Onore ai familiari di cittadini della provincia di Messina che sono deceduti dopo essere stati deportati e internati nei lager nazista. Ospite la scrittrice Thea Ranno che, nel libro “Un tram per la vita” ha fatto conoscere la vicenda di Emanuele Di Porto, sfuggito al rastrellamento nazista del ghetto di Roma. Gli studenti Elena Peteanu e Maurizio Muscarà hanno letto alcune pagine del libro della Ranno e Carmela La Rocca presidente della Consulta degli studenti insieme ai colleghi Elisa Miceli, Davide Spinella e Carmelo Italiano, hanno ricordato i “giusti” che con i loro comportamento, hanno dato una testimonianza concreta di vicinanza alle vittime della Shoah. Significativa la presenza degli studenti del liceo musicale “A. Corelli”, in particolare Sofia Muffolo al violino e Andrea Cannata al pianoforte.

Nel corso del suo intervento, la Prefetta Di Stani ha voluto ricordare le vittime dell’Olocausto; più volte, durante il suo intervento, “ha mostrato grande commozione riportando le parole e la testimonianza di personaggi come Primo Levi e Liliana Segre che, sulla loro pelle, hanno vissuto le oscenità e le atrocità del regime nazista”. L’indifferenza alza muri tra le persone, per questo motivo, ha affermato la Prefetta, “non bisogna rimanere indifferenti di fronte alle brutalità e alle sofferenze cui sono state costrette le vittime dell’Olocausto”. La Di Stani ha riportato una dichiarazione della senatrice Liliana Segre la quale ha affermato che: “L’indifferenza porta alla violenza, perché l’indifferenza è già violenza”. L’indifferenza esiste ma, ho proseguito la Prefetta Di Stani, “è compito di ogni popolo civile far si che dentro il proprio cuore si accenda la luce della memoria per illunimare la sofferenza e trasformarla in umanità”. La Prefetta ha concluso il suo intervento ricordando che, “da testimone oculare di un campo di concentramento in Austria, è rimasta particolarmente colpita per il silenzio agghiacciante che caratterizza l’ingresso di quei luoghi”.

Silenzio che induce alla riflessione e alla preghiera. Indifferenza sinonimo di egoismo, ipocrisia perché non si possono ignorare avvenimenti che hanno segnato la storia di un popolo. Purtroppo, anche oggi l’indifferenza pervade le coscienze di coloro che, di fronte alla disperazione dei migranti bloccati in mare, non concedono un porto sicuro per poter sbarcare e vivere una nuova esistenza in quell’Europa, che litiga senza trovare soluzione adeguate ed umane. Non si può rimanere indifferenti di fronte a bambini, donne, uomini, anziani che rischiano la vita prima che l’opulenta Europa si metta d’accordo sull’entità del contributo da erogare agli Stati che, volenti o nolenti, de cidano di occogliere i disperati delle migrazioni. Tornando alla “Giornata della memoria”, la scrittrice Thea Ranno ha voluto dare parola a Emanuele Di Porto ebreo che vive nel Ghetto di Roma protagonista del libro “Un tram per la vita”; grazie ad un gesto immenso d’amore di sua madre, è stato scaraventato fuori dal camion che stava portando la sua famiglia al campo di concentramento di Auschwitz dove la madre ha subito trovato la morte. Emanuele, oggi 93 anni, per tre giorni ha vissuto sopra un tram, grazie alla “complicità” di autisti e cittadini romani che hanno “hanno protetto il piccolo Emanuele” dalla crudeltà dei soldati tedeschi.

La madre più volte ha gridato ad Emanuele “Resciud” che in ebraico significa “scappa” proprio perché consapevole del fatto che, se fosse rimasto su quel camion, avrebbe probabilmente fatto la sua stessa fine. Emanuele Di Porto, ha ricordato la Ranno, è diventato capo famiglia a 12 anni; costretto ad andare in giro per Roma con la speranza di guadagnare qualcosa per portare dei pasti a tavola alle sue sorelle, nella casa in cui viveva insieme ad altre due famiglie, quelle delle sorelle della madre che, avevano tanti figli e, non sempre riuscivano a sfamarli. La scrittrice Ranno ha ricordato che “Comprendere è conoscere”. La Memoria per gli ebrei è un elemento fondamentale d’identità che li fa “popolo”. Il libro ha concluso la Ranno, “è dedicato agli atti d’amore di telle le mamme, quella di Emanuele in primis e poi, a quelle mamme uccise per un pezzo di pane, umiliate per amore e, offese nella dignità”. Gli studenti sapranno essere testimoni della memoria storica proprio perché nessuno possa anche manifestare segni di “indifferenza” ma faccia prevalere l’inclusione e la solidarietà.

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