Il gup del tribunale di Patti Andrea La Spada, a seguito del rito abbreviato, ha condannato Domenico Giovanni Muscarà, imputato di tentato incendio boschivo doloso, a 2 anni e 4 mesi di reclusione, pena che, dopo la richiesta formulata in aula dal suo difensore, l’avvocato Filippo Barbera, in ossequio alle disposizioni della “Riforma Cartabia”, è stata sostituita, per la stessa durata, con la detenzione domiciliare.
Muscarà potrà comunque uscire di casa per 4 ore al giorno, dalle ore 9.00 alle ore 13.00. Il giudice lo ha condannato anche al risarcimento del danno da liquidarsi in separata sede alle parti civili costituite in giudizio, il comune di Librizzi con l’avvocato Alvaro Riolo e i “Rangers d’Italia” con l’avvocato Giovanni Villaroel. Il Pm Antonietta Ardizzone aveva chiesto la condanna a 4 anni e 7 mesi di reclusione.
L’esito di questa sentenza è scaturito dalle richieste formulate in aula dal difensore dell’imputato; da un lato la scelta del rito abbreviato ed il conseguente sconto di pena e dall’altro l’applicazione della “Riforma Cartabia”, che consente di disporre sanzioni sostitutive a quelle che sono state previste in sentenza.
L’avvocato Barbera, ritenendosi soddisfatto per l’esito del processo, si è comunque riservato di presentare appello, dopo che, tra novanta giorni, saranno pubblicate le motivazioni.
I fatti contestati in questo processo risalgono al 19 settembre dello scorso anno, quando l’imputato, che sarebbe stato ripreso da alcune telecamere, ha appiccato il fuoco, lanciando un innesco infuocato in contrada Sant’Opolo-Murmari del comune di Librizzi. Il 20 ottobre successivo, fu arrestato dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile della compagnia di Patti, coordinati dal colonnello Salvatore Pascariello, dopo l’emissione di un’ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari del Gip del Tribunale di Patti Ugo Molina.