Il ricorso è infondato e deve essere respinto. Così i giudici della prima sezione del Tar di Palermo sul ricorso riguardante la rete ospedaliera della Sicilia e nel caso specifico i servizi sanitari dell’area dei Nebrodi.
Al Tar si sono rivolti cittadini di Sant’Agata Militello, tra gli altri anche consiglieri comunali in carica ed ex consiglieri, rappresentati dagli avvocati Paolo Starvaggi e Filippo Alioto, presentando ricorso contro la Presidenza della Regione Siciliana, l’Assessorato Regionale della Salute e il Ministero della Salute.
Era stato chiesto l’annullamento del decreto dell’assessore regionale della salute dell’11 gennaio 2019 relativo all’adeguamento della rete ospedaliera; sono state contestate le restrittive misure organizzative su varie branche dell’assistenza ospedaliera nel territorio dei Nebrodi, che avrebbero determinato una lesione del diritto costituzionalmente garantito alla salute dei cittadini.
Nello specifico, tra gli altri, è stato contestato il depotenziamento dell’ospedale di Sant’Agata Militello, in quanto il piano sanitario prevedrebbe 87 posti letto, uno in meno rispetto agli attuali con il depotenziamento del reparto di ginecologia e ostetricia e la riduzione anche del reparto di chirurgia e ortopedia.
In avanti, in fase di elaborazione del piano sanitario, non sarebbe stata considerata la peculiare situazione del territorio dei Nebrodi, dove non esisterebbe neanche un dipartimento di emergenza ed accettazione di I livello.
Altra questione riguarda la trasformazione del “punto nascita” di Sant’Agata Militello in “percorso nascita”, determinandone la chiusura, senza ottenere una deroga, come invece si è concretizzato all’ospedale di Cefalù.
Per il Tar, nel merito, il ricorso è infondato e va rigettato, perchè, come è scritto in sentenza, nessun pregiudizio al diritto alla salute costituzionalmente garantito, nessuna disparità di trattamento tra aree territoriali, può derivare dal nuovo documento di programmazione ospedaliera; peraltro, non risulta comprovato il dedotto depotenziamento dell’ospedale di Sant’Agata di Militello che, invero, ha mantenuto la qualificazione di presidio di base e non risulta abbia subito una decurtazione dei posti letto.
Riguardo al punto nascita, come si evince da una nota dell’assessorato della salute, la proposta di sospensione risulta adeguatamente motivata riguardo soprattutto ai numeri, visto che al 31 dicembre 2018 erano stati eseguiti circa 180 parti, quindi di gran lunga inferiore alla soglia ministeriale di 500 parti l’anno.