Il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Messina, ha organizzato un evento culturale in occasione della presentazione del libro di Alessio Lo Giudice “Il dramma del Giudizio”. Quasi tutte le persone vivono il dramma di essere giudicati, questa difficile condizione, la vive anche colui il quale deve giudicare. La nostra è una società in cui la paura del giudizio invade la mente per cui, trovare un perfetto equilibrio non è facile. Anche nella Bibbia si fa riferimento al difficile compito del giudizio perché, essendo uomini, tutti siamo soggetti a commettere errori che potrebbero condizionare positivamente o negativamente la vita di un’altra persona. L’ordinamento giuridico italiano presenta tre gradi di giudizio: il primo grado, l’appello e la Cassazione proprio perché il giudizio deve risultare giusto e corretto.
Sicuramente la nostra magistratura annovera giudici notoriamente conosciuti per la loro imparzialità e rettitudine morale di conseguenza, le sentenze che emettono, rispecchiano i disposti dei codici. Un esempio recente ha riguardato Rosario Livatino, un giovanissimo magistrato ucciso dalla mafia perché possedeva un fortissimo senso della giustizia. Preparato, competente e soprattutto un uomo che si era guadagnato il rispetto anche delle persone che ha dovuto giudicare. Un magistrato sempre pronto a difendere la giustezza della legge e, questo suo comportamento, per la mafia rappresentava un pericolo da eliminare. Ogni giudice, da uomo, sicuramente vive il dramma di dover giudicare un altro essere umano ma, grazie al suo lavoro, sa bene che si potrà vivere in una società più sicura ed equa.
Alessio Lo Giudice fa vivere il “dramma del giudizio” in colui il quale è obbligato a decidere sapendo che una sentenza adeguata darà valore al ruolo della giustizia (certezza della pena) e, al rispetto per l’essere umano. Un adeguato percorso formativo abbinato ad una innata sensibilità ed una corretta applicazione della legge consentiranno ai magistrati di emettere un giudizio giusto. Il direttore del dipartimento di Giurisprudenza ha voluto esplorare dentro la natura umana per farci comprendere quale contrapposizione vive un giudice che deve applicare la legge e, al tempo stesso, guardare alla condizione umana di colui che dovrà subire il giudizio.
In Aula Magna, a fare gli onori di casa la Rettrice Giovanna Spatari, il Presidente dell’Ordine degli Avvocati Paolo Vermiglio, il Componente del Consiglio Nazionale Forense per il Distretto di Messina Francesco Pizzuto; ha coordinato i lavori Antonio Cappuccio delegato alla Formazione dell’Ordine degli Avvocati. Sono Intervenuti: Luigi Lombardo Presidente della Corte d’Appello di Messina, Marco Bisogni Componente del Consiglio Superiore della Magistratura, Maud Coudrais avvocatessa del Foro di Parigi.