venerdì, Novembre 22, 2024

Saponara: messa in sicurezza nella frazione Scarcelli, stoppata l’esecutività dell’intervento

Scarcelli

La Regione dovrà ripetere il procedimento, a partire dagli adempimenti propedeutici all’approvazione del progetto definitivo, collegati all’intervento di messa in sicurezza del centro abitato della frazione Scarcelli nel territorio di Saponara. Così hanno deciso i giudici della seconda sezione del Tar di Catania sul ricorso presentato dai due proprietari di una particella di terreno, che era stata inserita tra quelle previste dall’intervento, rappresentati dagli avvocati Giuseppe Lo Presti ed Antonio Sottile.

Il progetto rientra tra quelli diretti a fronteggiare i danni conseguenti alle eccezionali avversità atmosferiche che hanno interessato il territorio della provincia di Messina nei mesi di febbraio e marzo 2011 ed il giorno 22 novembre 2011, quando a causa dell’alluvione, nella frazione Scarcelli di Saponara persero la vita tre persone.

Il ricorso, per il caso in oggetto, è stato presentato contro il dipartimento regionale della protezione civile ed il commissario regionale del governo contro il dissesto idrogeologico, chiedendo l’annullamento del decreto 2290/2021 con il quale fu approvato in linea amministrativa il progetto esecutivo e di tutti gli atti amministrativi collegati.

I ricorrenti avevano presentato richiesta per costruire un fabbricato da destinare a civile abitazione, perfezionatosi mediante silenzio-assenso del comune; ma il 14 ottobre 2021, senza alcuna precedente comunicazione, avevano ricevuto una nota, con la quale il comune di Saponara comunicava l’avvio del procedimento di approvazione del progetto di messa in sicurezza del centro abitato della frazione Scarcelli, informandoli che il terreno di loro proprietà sarebbe stato interessato dal progetto e quindi da espropriazione e occupazione temporanea, la cui ultimazione è prevista nell’ottobre prossimo.

Il Tar ha ritenuto fondate le richieste dei ricorrenti perché dall’esame dei documenti prodotti in giudizio emerge che il piano descrittivo d’esproprio non include la particella di proprietà dei ricorrenti; non solo, ma a loro non è stata data alcuna comunicazione di avvio del procedimento di approvazione del progetto definitivo collegate alle aree interessate dagli espropri e dunque non sono stati inseriti nell’elenco dei destinatari degli espropri.

Da qui l’annullamento del decreto, nella parte che concerne le aree di proprietà dei ricorrenti e l’obbligo per la Regione di ripetere il procedimento a partire dagli adempimenti propedeutici all’approvazione del progetto definitivo, assicurando agli interessati tutte le garanzie di legge.

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