Il distretto produttivo “Sicilia, terre del florovivaismo” vuole supportare in provincia di Messina l’avvio di un impianto di recupero e reimpiego degli scarti vegetali del florovivaismo: scarti di potature, piante morte o vive ma sciupate con il substrato di coltura.
Così, dopo il progetto finanziato nell’ambito del “Cluster Sicilia”, il nuovo obiettivo del distretto produttivo è contribuire e partecipare alla realizzazione di punti di raccolta, a partire dalla provincia di Messina, finalizzati al recupero e alla gestione dalla a alla z dei residui vegetali e dei substrati di coltura delle aziende agricole: biomasse derivate da piante seccate o comunque morte, piante non vendibili, potature prodotte nei vivai, parti di piante, sfalci o altri residui esclusivamente vegetali, nonché substrato vegetativo contenuto nei vasi o comunque facente parte della zolla.
A tal fine sono stati avviati contatti con altri operatori che già si occupano di manutenzione del verde, raccolta e smaltimento dei rifiuti vegetali, per attivare delle partnership per un processo virtuoso di recupero, reimpiego e valorizzazione di questi scarti, in logica di filiera.
Nei prossimi giorni, sul sito www.siciliaterredelflorovivaismo.it e sui social, pubblicheremo un avviso rivolto a tutti gli operatori interessati ad entrare in questa importante filiera produttiva per un economia circolare.
“E’, anche questa, una delle attività del Distretto Produttivo che”, ricorda il presidente Carmelo Torre, “è nato legalmente solo nell’aprile del 2022 dopo che, sempre nel 2022, è stato riconosciuto dalla Regione Siciliana e ha partecipato al bando “Cluster Sicilia” finanziato a metà del 2022 e che ha preso il via dopo mesi trascorsi nell’attesa delle linee guida da parte dell’Assessorato Regionale delle Attività produttive, finalmente approvate nei primi di febbraio di quest’anno. Ma, per raggiungere risultati significativi, abbiamo bisogno di crescere con il numero degli associati che vogliono partecipare all’affermazione di un vivaismo sostenibile e parte di un economia circolare.”
“Sarebbe una risposta efficace ad un importante fabbisogno delle agricole siciliane e in particolare delle aziende che si occupano di ornamentale e facenti parte del Distretto Produttivo”, dichiara direttore Roberto Sauerborn, “a partire dalla provincia di Messina che pare sguarnita di questo tipo di servizio e dove già si rilevano i primi problemi insediativi per le aziende di questo settore che devono migrare tra i comuni non trovando risposte anche per questo problema ”.
La realizzazione di un impianto di recupero e reimpiego degli scarti vegetali del florovivaismo, avrebbe quattro effetti significativi: la riduzione degli scarti verdi nelle discariche, l’utilizzo dei sottoprodotti in agricoltura tramite la creazione della filiera locale,
il recupero di notevoli quantità di sostanze organiche e terricciato che possono contrastare la mineralizzazione dei terreni e una minore necessità di ricorrere all’abbruciamento (spesso abusivo) dei residui legnosi e l’incremento della produzione di energia rinnovabile a mezzo di biomassa.
La Comunità Europea già nel 2008 ha affermato che sono scarti vegetali e devono essere gestiti e reimpiegati come sottoprodotti agricoli e non andare a riempire le discariche e/o, ancora peggio, essere bruciate a cielo aperto. Ma, devono essere lavorati e reimmessi in un ciclo produttivo agricolo per avere una seconda vita. Senza contare il grande beneficio che ne avrebbero i vivai, a partire dai più piccoli, che potrebbero portare anche un piccolo camioncino di scarti all’impianto per essere rilavorato per una seconda vita e agli stessi ridato purché rimangano in un contesto produttivo agricolo.
“Attendiamo risposte da parte di alcuni comuni per l’individuazione di aree idonee all’insediamento dell’impianto che lavorerebbe, a cielo aperto e meccanicamente, solo materiale vegetale senza creare impatto ambientale. Infatti, i prodotti recuperati sarebbero: biomassa legnosa, terriccio e pomice/pietrisco o argilla espansa. Invitiamo tutte le aziende ad aderire al nostro Distretto Produttivo per dare maggiore forza a
questa iniziativa a favore dell’economia circolare, quindi, dei territori e delle aziende.”