Nessun allarmismo, nessuna sottrazione di acqua al Comune di Messina, solo un bypass per prestare acqua al Comune di Taormina il quale, a sua volta, attraverso Siciliacque restituirà la stessa quantitativa ricevuta e in più, pagherà circa 130 mila euro l’anno all’Amam.
Questi i contenuti illustrati stamani nel corso di una conferenza stampa presenti il sindaco di Messina Federico Basile, quelli di Taormina Cateno De Luca, il direttore generale Salvo Puccio e la presidente di Amam Loredana Bonasera. Fiumefreddo sarà solo un tramite per agevolare la condotta che eroga acqua al comune di Taormina, è quanto dichiarato dal sindaco Basile, “tutti coloro che si erano preoccupati perché Amam avrebbe ridotto l’erogazione dell’acqua nella città di Messina per darla a Taormina, sono stati sconfessati”.
Tale operazione tecnico amministrativa porterà nelle casse della partecipata messinese, un introito di circa 130 mila euro l’anno che verranno pagati da comune di Taormina, oltre ad un recupero di circa 5/6 litri di acqua al secondo che significa, maggiore erogazione per i cittadini peloritani.
Federico Basile nel presentare i contenuti della convenzione, “ha parlato di vantaggi per la città e, la soluzione di parte dei problemi che il comune di Taormina ha in fatto di erogazione idrica”. Messina, ha proseguito Basile, “ha portato avanti una serie di progetti ricevendo fondi del PNRR, somme che si stanno utilizzando per ammodernare una condotta idrica che “faceva acqua da tutte le parti”. Tutto ciò, ha concluso il sindaco Basile, “lo si deve anche alla lungimiranza ed intelligenza politica di Cateno De Luca che, durante la sua sindacatura a Messina, si è addossato la responsabilità di definire un problema che sembrava irrisolvibile, rendendo la partecipata Amam, una realtà apprezzata non solo in ambito siciliano”.
Vulcanico come al solito il sindaco di Taormina Cateno De Luca che, oltre a puntualizzare e correggere le inesattezze di alcuni organi d’informazione, “ha parlato di operazione intelligente, trasparente ed economicamente vantaggiosa per Amam”. De Luca ha “esternato la sua mortificazione quale sindaco di Taormina, costretto a subire le rimostranze sia dei taorminesi ma anche, dei milioni di turisti che prendono d’assalto la “Perla della Jonio” durante il periodo estivo, in quanto, i 5/6 litri di acqua al secondo che Amam erogava, erano sufficienti solo per riempire qualche serbatoio”.
Il fabbisogno, spiega De Luca, “è di 50/60 litri secondo; grazie a questa operazione di bypass, Taormina potrà guardare con più tranquillità all’arrivo della stagione estiva e, al tempo stesso, Amam riceverà da Siciliacqua il corrispettivo ricevuto”. Taormina, a fronte di questa convenzione, pagherà ad Amam 130 mila euro l’anno. Ancora, De Luca “ha voluto precisare e ribadire che nessuna incidenza negativa ricadrà sulla città di Messina perché sarà solo un servizio di “vettoriamento” tra Amam, Comune di Taormina e Siciliacque”. De Luca si è poi soffermato sulle condizioni disastrose in cui si trovano i serbatoi del Comune di Taormina e degli interventi, anche economici e legislativi che sta portando avanti.
Subito dopo comincia il Cateno De Luca show: “annuncia la volontà del presidente della regione siciliana Renato Schifani di licenziare Leonardo Santoro segretario generale dell’Autorità di bacino del Distretto Idrografico della Sicilia, reo di aver quantificato il reale bisogno idrico dell’isola e le somme necessarie per fronteggiare la grave crisi idrica”. Il leader di Sud chiama Nord, non usa mezzi termini “nel definire “politico-mafiosa” la volontà del Presidente Schifani di distrarre somme che dovrebbero essere utilizzate a beneficio dei siciliani, destinandole verso un progetto che sicuramente finirà per risultare disastroso per Messina e la Sicilia: il Ponte sullo Stretto”.
De Luca continua ad esternare tutta la sua “rabbia politica” affermando che “basterebbero circa 700 milioni di euro per risolvere l’emergenza idrica siciliana; Schifani invece parla di dissalatori che servirebbero solo a riempire le tasche di alcune lobbie”. In Sicilia ci sono diversi invasi e dighe già realizzati, prosegue Cateno De Luca, “ma mai entrati in funzione per cui necessitano di manutenzioni e, in alcuni casi, interventi strutturali”. Inoltre, i lavori più importante da porre in essere, dichiara De Luca, “riguardano la interconnessione delle condotte e degli invasi, l’individuazione di altre fonti di approvvigionamento e la riduzione, in maniera drastica, delle perdite”. Basterebbe questo, conclude De Luca, “per evitare di realizzare i tanti famigerati dissalatori che potrebbero creare notevoli problemi relativi all’impatto ambientale in ordine alla rimozione e allo smaltimento della frazione salina”.
De Luca tocca poi il problema relativo alla raccolta differenziata, “anche in questo caso, responsabilità soggettiva la attribuisce a Musumeci prima e a Schifani dopo che hanno proposto la realizzazione di Termovalorizzatori, invece di impegnarsi affinché Catania a Palermo potessero raggiungere il 50% di raccolta differenziata, cosa che già da tanto tempo ha fatto Messina”. De Luca è dell’avviso che “i Termovalorizzatori farebbero diventare la Sicilia una discarica ma non risolverebbero i reali problemi legati allo smaltimento”. Occorre guardare e puntare gli interventi politici, afferma Cateno De Luca “verso l’alta velocità perché è vergognoso pensare al Ponte sullo Stretto senza far uscire la Sicilia dall’isolamento legato ai trasporti”. Ultima “frecciata” De Luca la riserva ad un gruppo editoriale siciliano perché, “continua ad ignorare e sottovalutare il ruolo politico del movimento di cui lui è leader, che rappresenta la realtà più vera e numericamente più significativa, della Sicilia”.