“A poche ore dalla conclusione dello sciopero generale di Uil e Cgil che ha posto con forza il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro anche a seguito della strage avvenuta nella centrale di Suviana, dobbiamo nuovamente listare a lutto le nostre bandiere poiché a Milazzo è morto sul lavoro un operaio di 72 anni caduto dall’altezza di oltre 10 metri. L’indecente mattanza prosegue senza sosta nell’assordante silenzio delle Istituzioni. È inaccettabile continuare ad assistere a questa tragica contabilità che, lo ricordiamo, nel 2023 ha registrato, nel nostro Paese, 1.041 morti sul lavoro. Lo urliamo a squarciagola: adesso basta!! Il governo nazionale non può fare finta di niente ed è necessario approvare nuove norme stringenti e chiare che mettano fine a questa strage senza fine. In primis, si deve inserire nel codice penale il reato di omicidio sul lavoro, una misura indispensabile da attuare in un quadro di controlli a tappeto che si potranno realizzare attraverso l’assunzione di un numero consistente di nuovi ispettori del lavoro. Le associazioni datoriali non possono tacere e devono dire da che parte stanno. In questo momento di estremo dolore ci stringiamo alla famiglia dell’operaio morto a Milazzo: un lavoratore che a 72 anni, età giusta per godersi una meritata e sudata pensione, era ancora in attività in un cantiere edile” lo hanno dichiarato Ivan Tripodi, segretario generale Uil Messina, e Pasquale De Vardo, segretario generale Feneal Uil Tirrenica.