La sanità pubblica e nel caso specifico l’ospedale “Fogliani” di Milazzo, non riesce a garantire il diritto alla salute. Si chiede il vostro intervento. E’ la chiosa di una lettera che i consiglieri comunali di Milazzo Lorenzo Italiano, Giuseppe Crisafulli, Damiano Maisano, Alessio Andaloro e Massimo Bagli, hanno inviato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Ministro della Salute Orazio Schillaci e al Presidente della Regione Renato Schifani.
I consiglieri hanno voluto evidenziare le gravi criticità che si registrano all’ospedale di Milazzo, rappresentate in un dettagliato dossier inviato nei mesi scorsi all’Assessore Regionale della Salute, “rimasto senza riscontro”.
Una sottovalutazione del problema che ci preoccupa, hanno scritto ancora i consiglieri, anche perché contestualmente nel nostro territorio e nell’intero comprensorio si sta registrando una forte mobilitazione, con la costituzione di comitati e assemblee permanenti, che culminerà il prossimo 17 maggio in una grande manifestazione popolare.
“L’ospedale di Milazzo è un DEA di primo livello, ma solo sulla carta, visto che i servizi previsti e la dotazione del personale sanitario non è equiparata agli standard previsti per questi presidi.”
Di seguito i consiglieri hanno stigmatizzato le principali criticità.
Nell’unità di medicina ci sono solo tre medici e quindi sussiste l’impossibilità di assicurare la turnazione con il rischio concreto di chiusura del reparto.
La neurologia è un reparto di fatto già chiuso, garantisce infatti solo qualche ricovero di giorno e non effettua le consulenze notturne.
Per l’endoscopia, pur avendo come riferimento un vasto comprensorio che comprende i territori di Barcellona Pozzo di Gotto, Patti e Sant’Agata di Militello, garantisce il servizio solo dalle 8 alle 14, festivi esclusi.
Il reparto di pneumologia è chiuso, nonostante la presenza di un territorio che è polo industriale.
Al pronto soccorso c’è carenza di medici e spazi logistici con tempi di attesa sono interminabili. Era stato previsto un potenziamento ma i lavori annunciati, non sono mai iniziarti. In ortopedia ci sono appena otto posti letto, insufficienti per un reparto che accoglie tutto il comprensorio con impossibilità di interventi chirurgici programmati e carenza di medici.
Non esiste il reparto di oncologia e neppure un ambulatorio per i trattamenti con i numerosi pazienti costretti a recarsi a Taormina, con gravi disagi anche dal punto di vista logistico che si aggiungono ai già problemi presenti a causa della patologia tumorale.
Il quadro è davvero desolante e i cittadini lo hanno percepito. Al momento la situazione è questa: chi può permetterselo può rivolgersi ai privati. Chi invece non può, si vede negato il diritto alla salute o, con aggravio dei costi familiari e della spesa sanitaria regionale, deve recarsi al Nord. La situazione è drammatica e urge un intervento dall’alto.