La nascita della Biblioteca Comunale di Capo d’Orlando ha segnato l’inizio di una grande possibilità data ai cittadini: leggere gratuitamente.
Dal 1971 ai giorni nostri, si sono verificati notevoli cambiamenti che hanno modificato l’organizzazione del lavoro bibliotecario. Basti pensare all’arrivo di Internet che, nei primi anni 2000, ha visto Capo d’Orlando entrare a far parte del sistema bibliotecario provinciale. Si tratta di una rete informatizzata che prevede lo stesso metodo di catalogazione bibliografica per tutti gli enti aderenti al servizio, sia a livello regionale che nazionale.
In particolare, ci siamo recati alla Biblioteca Comunale “Ernesto Mancari” per approfondire, insieme al direttore Carlo Sapone, l’importanza della lettura che permette, a grandi e piccoli, di viaggiare con l’immaginazione e di formulare un proprio pensiero critico.
‹‹Il ruolo della biblioteca – spiega il dottor Sapone ai nostri microfoni – non si limita solo alla catalogazione, che logicamente è importante. La biblioteca deve essere il centro propulsore di tutte le attività culturali presenti sul territorio. Fondamentale – prosegue Sapone – è stato il rapporto con le scuole. Questo può sembrare un piccolo granello di sabbia, ma riteniamo che nella società attuale, inondata dalle informazioni, bisogna avere una mente capace di distinguere e la lettura è uno strumento adatto››.
Nonostante le difficoltà riscontrate dall’editoria durante il Covid, anche a Capo d’Orlando, così come nel resto d’Italia, è stato registrato un aumento di lettori. ‹‹Negli anni – racconta il direttore – abbiamo avuto un aumento di lettori rispetto a qualche anno fa. L’incremento dell’utenza rappresenta uno degli obiettivi prefissati ed è un fattore importante poiché significa che è stato svolto un buon lavoro. La biblioteca non svolge solo un ruolo culturale, ma anche sociale››.
Le novità non finiscono qui. Presto, il centro culturale orlandino diventerà un luogo concretamente aperto a tutti poiché, grazie ad un finanziamento del PNRR, sarà possibile garantire l’accesso anche alle persone diversamente abili.
Articolo di Elisa Caruso