venerdì, Novembre 22, 2024

Mistretta, sparito reliquiario del ‘700 dalla chiesetta di S. Maria di Gesù. Indagano i carabinieri

reliquiario foto 1

Manca all’appello un reliquario del XVII secolo in argento e rame che custodiva al suo interno delle reliquie di San Francesco di Assisi. L’oggetto, con lavorazioni di pregevole fattura e che ha un valore stimato di circa 5.000 mila euro, si trovava nella piccola chiesa di Santa Maria di Gesù, adiacente l’ospedale SS Salvatore a Mistretta.

Non è stato trovato quando, una settimana fa, prima della visita pastorale del vescovo di Patti mons. Guglielmo Giombanco, padre Stefano Brancatelli, direttore dell’ufficio dei beni culturali della diocesi di Patti, ha proceduto alla verifica degli oggetti custoditi all’interno della chiesa. Amarissima sorpresa, dunque, a cui è seguita la denuncia ai carabinieri della compagnia amastratina da parte di mons. Michele Giordano, legale responsabile della parrocchia. A quanto pare l’ultima persona ad aver visto materialmente l’oggetto sacro sarebbe stato il vecchio sacrista circa 2 anni fa.

Il reliquario era posizionato all’interno della sacrestia in un tabernacolo senza di serratura, dunque, eventuali malintenzionati potrebbero averlo sottratto senza difficoltà. La piccola chiesa, però, non viene aperta spesso al culto, se non in rare occasioni. Difficile, quindi, stabilire quando e come possa essere sparito. Al vaglio dei carabinieri di Mistretta, coordinati dal capitano Silvio Imperato, le varie ipotesi per stabilire se in effetti il reliquiario, oggetto iscritto nel catalogo della Soprintendenza dei beni culturali, possa essere stato semplicemente spostato altrove oppure trafugato.

Nella chiesa sembra non siano stati notati segni di effrazione, ma intanto è scattata la segnalazione al Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Roma e Palermo, sezione specializzata dell’Arma che tratta il fenomeno del traffico illecito di beni culturali. I dati acquisiti, in particolare le caratteristiche tecniche e la foto del reliquiario, sono stati inseriti in un data base nazionale dei beni culturali illecitamente sottratti. Le informazioni vengono condivise a livello nazionale, ma anche incrociate con quelle altre banche dati a livello internazionale, dove vengono segnalate cessioni sospette di oggetti antichi sul mercato nero o tramite e-commerce. Informata dell’accaduto anche la Prefettura di Messina proprietaria della chiesa di Santa Maria, immobile che fa parte del patrimonio del Fondo edifici di culto.

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