venerdì, Novembre 22, 2024

Milazzo: l’amministrazione contro il licenziamento di nove lavoratori del porto

Pippo Midili

E’ sempre più concreto il rischio che gli ultimi portuali in attività all’interno dello scalo di Milazzo vengano licenziati; da qui il sindaco Pippo Midili ha chiesto immediatamente l’apertura di un tavolo di confronto con l’autorità di sistema portuale, per discutere il destino dei nove dipendenti a rischio posto di lavoro, ma anche per affrontare il problema legato al futuro dell’intera area portuale.

Midili si è rivolto anche ai deputati regionali e nazionali, chiedendo un impegno concreto su questa realtà, e al presidente della Regione Renato Schifani di nominare «all’interno della cabina di regia dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto, un  milazzese in rappresentanza della  Regione, considerato che Milazzo, che regge economicamente tutto il resto del sistema, ne è stata esclusa dalla normativa nazionale. Midili si è detto pronto a qualsiasi azione per difendere l’occupazione e il territorio, evidenziando come nel porto di Milazzo, dall’avvento dell’Autorità portuale ad oggi, i posti persi tra le persone addette alla banchina commerciale siano stati oltre 40. L’assenza di una politica cittadina, regionale e nazionale, su fatti che rappresentano un grave attacco all’economia locale e alle prospettive di sviluppo futuro, ha fino ad oggi subito passivamente decisioni incomprensibili, ha spiegato ancora il primo cittadino; nessuno pensi o ipotizzi di far perdere anche un solo posto di lavoro nel silenzio assoluto. Ci sono modi e metodi per intervenire e dare opportunità occupazionali e prosecuzione lavorativa e forse anche di incrementare la forza lavoro. Milazzo paga lo scotto della presenza di una industria pesante che con le tasse pagate all’Autorità di sistema mantiene in vita l’economia di altri porti, mentre qui sta morendo tutto. Dai prezzi mai rideterminati che hanno allontanato qualsiasi tipo di scambio commerciale, alla Banchina XX Luglio che rimane ancora ferma dopo vari e tanti proclami all’affidamento di servizi all’esterno senza mai tenere in conto delle realtà occupazionali interne andate perse. Adesso basta.

 

Facebook
Twitter
WhatsApp