“Salve signori della Commissione Nazionale UNESCO, sono Rosy Cassarà Scurria, una ragazza di 13 anni che abita a Castell’Umberto (un piccolo paese in provincia di Messina). Questo paesino è dotato di un centro storico poco distante da esso… Chiedo se sia possibile fare “il paese vecchio” (chiamato anche così) Patrimonio dell’UNESCO. Sto facendo tutto questo per valorizzarlo, perché credo che sia ricco di storia, cultura e voglio che si tengano vive le tradizioni. Inoltre vorrei farvi conoscere Castell’Umberto, il suo vecchio centro e le altre bellezze…”
Con queste parole si apre la lettera inviata all’UNESCO, alcuni mesi fa da una ragazza di un piccolo paese della Sicilia.
“Siamo rimasti colpiti – scrivono sul sito UNESCO – dall’entusiasmo di Rosy e, pur facendole presente la complessità del processo ufficiale di iscrizione, un percorso lungo e che richiede risorse ed expertise notevoli, abbiamo deciso di incoraggiare il suo interesse verso l’UNESCO, proponendole la stesura di un suo personale “dossier di candidatura”, non ufficiale, sul patrimonio di Castell’Umberto, con la promessa di pubblicarlo sul nostro sito.
Oggi con molta gioia paghiamo il nostro debito verso questa giovane e brillante studiosa, pubblicando il lavoro che lei, con impegno e competenza, ha coordinato, coinvolgendo nel progetto compagni di classe e insegnanti.”
Il dossier di Rosy, che potrete apprezzare cliccando qui, è curato sia nei contenuti che nella forma e arricchito da splendidi disegni e fotografie; inoltre è dotato di un piccolo apparato bibliografico e sitografico.
Soprattutto, questo lavoro coinvolge giovani e comunità nella sensibilizzazione e conservazione del patrimonio, temi basilari dell’azione dell’UNESCO, che promuove l’educazione alla bellezza e alla difesa della diversità culturale per creare cittadini consapevoli e capaci di costruire un mondo di pace e di fratellanza tra gli uomini.
“Questo progetto trova origine a scuola, quando l’insegnante di arte ci ha parlato dell’UNESCO”, scrive Rosy nella premessa al “dossier”, e prosegue: “la cultura e l’arte devono essere riconosciute nella loro bellezza, solo così diventeranno identificative di un luogo, perché rappresentano ciò che ci hanno lasciato i nostri antenati e ciò che noi saremo in grado di preservare, coltivare, curare e trasmettere.”
Non crediamo ci sia altro da aggiungere alle parole di Rosy, se non i nostri complimenti a lei, ai suoi compagni di classe e alle professoresse Piera Guidara e Sarina Battagliola, che hanno incoraggiato e sostenuto l’interesse dei loro allievi nei confronti della salvaguardia del patrimonio culturale e naturale del loro paese.