Si allunga l’elenco dei Comuni che hanno preso provvedimenti per mitigare i disagi causati dall’emergenza idrica. La Sicilia si trova in una situazione drammatica non piove da mesi, nonostante qualche giorno fa, il cielo plumbeo aveva fatto sperare in qualche ora di precipitazioni cosa però, che non è avvenuta.
Purtroppo, la programmazione regionale riguardante gli interventi di manutenzione in tutte le condotte dell’isola, non è mai avvenuta. Poca lungimiranza da parte della politica siciliana che avrebbe dovuto intervenire conoscendo bene la situazione da “colabrodo” in cui si trovano le condotte terziarie che “disperdono” nel terreno quasi il 50% dell’acqua che viene erogata.
Da anni si parla di dissalatori, di dighe, di raccordi tra gli invasi ma, nessun Governo regionale ha mai messo in atto i rimedi necessari conseguenza, uno spreco di denaro pubblico che mortifica la dignità delle persone che vivono in una condizione di quasi totale povertà e dell’ex classe media che non riesce ad arrivare a fine mese ed è anche costretta anche a comprare l’acqua potabile. Siciliacque che gestisce il servizio idrico in Sicilia, ha tra i suoi maggiori azionisti, società come Enel e Vivendi Environnement, colosso francese i cui interesse riteniamo siano finalizzati a fare cassa e non certamente a risolvere i disagi dei cittadini siciliani. Le conseguenze sono tangibili; solo qualche città della Sicilia ha cercato di gestire l’erogazione idrica affidandosi ad una partecipata in house e intervenendo sulle condotte per eliminare le dispersioni di acqua.
Il Comune di Villafranca Tirrena si unisce ai tantissimi altri comuni siciliani che sono stati costretti a razionalizzare l’uso delle risorse idriche. Il sindaco Giuseppe Cavallaro ha adottato l’ordinanza sindacale n. 18 del 19/07/2024 in vigore fino al 30 settembre, nella quale si evidenzia: a) il divieto di utilizzare l’acqua proveniente dall’acquedotto comunale per usi diversi da quelli domestici; b) la possibilità di attingere al massimo 20 litri/giorno di acqua dalle fontanelle pubbliche, solo per uso domestico; c) di non utilizzare l’acqua per riempire piscine, vasche e fontane ornamentali domestiche. I trasgressori verranno puniti con una sanzione ammnistrativa da va da 25,00 ai 500,00 euro. Il comune di Villafranca Tirrena ha una popolazione residente di 8.000 persone che, nel periodo estivo raggiunge le 20.000 unità, con un fabbisogno di circa 33,70 l/sec di acqua; quella che arriva dall’acquedotto comunale è di 17,80 l/sec ciò significa che mancano circa 14 l/sec di acqua.
Il sindaco Cavallaro ha voluto precisare che “la sorgente principale, quella di Tracanali nel comune di Saponara, eroga circa 13 l/sec di acqua, a questa si aggiungono le sorgenti secondarie di Borragine, Sant’Anna, Casazza e Scarcelli ma, in un periodo di siccità come questo, la portata di questi pozzi non riesce a soddisfare le esigenze del piccolo comune tirrenico”. Ancora, Cavallaro ha comunicato che “grazie all’accensione di un mutuo acceso nel 2019, sono stati effettuati cinque interventi nella condotta principale lunga 14 km; la sostituzione di tubature rotte che disperdevano l’acqua nel terreno ha interessato 4 km di linea”. Occorrerebbero altri fondi, ha proseguito Cavallaro, “per completare il lavoro sui kilometri rimanenti”. Per questo motivo, l’amministrazione comunale, ha detto Cavallaro, “ha avanzato richiesta sia all’ATI che alla Regione Sicilia ma, le somme stanziate, sono state destinate tutte ad una città siciliana che paga lo scotto di una gestione poco attenta del servizio idrico cittadino”.
Ancora una volta si è costretti a fare “la guerra tra i poveri” per ottenere un diritto sacrosanto che, l’inefficienza di una classe politica siciliana, ha trasformato in evento drammatico. Non rimane che fare affidamento, per chi crede, nel buon Dio affinché, faccia scendere dal cielo la pioggia necessaria per riempire gli invasi e, dare un po’ di ossigeno alla martoriata, stanca e scoraggiata popolazione siciliana.