sabato, Settembre 7, 2024

Patti: maltrattamenti in famiglia, emesse due condanne; i legali degli imputati hanno preannunciato appello

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Il collegio giudicante del Tribunale di Patti, presidente Ugo Scavuzzo, a latere Eleonora Vona e Giovanna Ceccon, ha condannato una donna ed il suo compagno, a cinque anni di reclusione; i giudici sono andati oltre le richieste del pm Roberta Ampolo che, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto 4 anni di reclusione.

I fatti oggetto del processo si riferiscono al 20 maggio 2019, quando un giovane sedicenne fu trovato morto impiccato in un vecchio immobile destinato a suo tempo ad una fabbrica, localizzata nella parte bassa della città, in direzione mare; per l’accusa la donna, che è la mamma del giovane, ed il suo compagno, è di  maltrattamenti in famiglia.

I giudici, oltre ad aver condannato i due imputati, hanno disposto a loro carico anche il risarcimento del danno da liquidarsi in separata sede al padre del ragazzo, che si è costituito parte civile.

A suo tempo, quando si venne a conoscenza di questa tragica vicenda, che scosse non poco la comunità pattese, le indagini furono condotte dalla compagnia dei carabinieri di Patti e si ventilò l’ipotesi, tra le altre, che il giovane fosse stato indotto al gesto estremo da cattive compagnie.

E questa è proprio la tesi del legale della donna, l’avvocato Fabio Di Santo e del compagno, l’avvocato Eliana Raffa, i quali hanno sostenuto come quel giorno il giovane avesse subito un atto di bullismo e che questa circostanza abbia provocato una reazione tale da condurlo in avanti alla morte.

I legali, che hanno già preannunciato appello, attenderanno adesso 90 giorni per il deposito delle motivazioni e poi presenteranno ricorso alla corte d’appello di Messina, per ribadire che non ci sono state responsabilità a carico dei loro assistiti, ma che il giorno in cui il giovane si uccise ci fu un atto di bullismo.

Gli avvocati Raffa e Di Santo hanno voluto specificare inoltre come la mamma ed il compagno abbiano sempre dimostrato cura e dedizione nei confronti del ragazzo, rimasto vittima di bullismo anche alle scuole elementari e alle medie; nel presentare appello, auspicano che nell’ulteriore grado di giudizio, si possa ristabilire la verità dei fatti

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