Un pronto soccorso per “poveri cristi”, sia medici che utenti, liste d’attesa lunghe minimo un anno, un ufficio ticket con un unico dipendente, un ristoro che non si riattiva perchè non si riesce a fare un bando; sono alcune tra le tante emergenze dell’ospedale “Barone Romeo” di Patti, pur comunque tra mille potenzialità che non si riescono a sfruttare da ormai troppo tempo. E’ l’ennesima “reprimenda” del presidente del comitato “Aretè” di Patti Carmelina Lipari.
Nella giornata di oggi è partita l’ennesima missiva indirizzata al commissario straordinario dell’Asp di Messina Giuseppe Cuccì e al direttore sanitario del “Barone Romeo” di Patti Giovanni Merlo.
“A distanza di 28 giorni dall’ultima mia nota e non essendo riuscita in alcun modo a parlare con la sua segreteria, per fissare un appuntamento di presenza, scrivo con la speranza di ottenere stavolta una risposta scritta tramite lo stesso mezzo di cui mi servo da 4 anni.
Ormai è sotto gli occhi di tutti come si faccia sempre più difficile la situazione all’ospedale di Patti.”
E via a riparlare ancora della maggiori criticità.
Il pronto soccorso, che dovrebbe essere potenziato per avere più accessi e consentire, quindi, di arrivare ai “numeri” necessari per poter ottenere il tanto atteso Dea di I livello.
“Vi siete mai posti il problema di quali siano le condizioni di stress in cui lavorano i vostri
dipendenti? Io sono stata più volte al pronto soccorso per i più svariati motivi ed è davvero abominevole far continuare a lavorare quel “povero” personale in simili condizioni. Addirittura, un solo medico, chiamato molto spesso a gestire 10, 15, 20 interventi, dai più gravi ai meno gravi.”
Si è riproposto, ma è un dato oggettivo, a conoscenza di tutti e cioè che la pianta organica del pronto soccorso è ormai ridotta al lumicino.
“E’ ovvio e legittimo che noi cittadini spesso ci lamentiamo, ma questi “poveri cristi” sono esasperati e fanno l’impossibile per servire l’utenza. Sono stanchi, distrutti da una condizione lavorativa inimmaginabile. Inimmaginabile soprattutto da chi trascorre molto spesso la giornata seduto/a ad una scrivania.”
Per il presidente Lipari è il momento di rompere gli indugi, partendo dalle prime necessità.
E poi ancora nuovi – per dire – affondo.
“E’ possibile nel 2024 dover mandare a casa un paziente con uno steccaggio di fortuna, perché al pronto soccorso hanno in dotazione solo due stecco-bende? E’ possibile
nel 2024 chiudere il ticket perché l’unico dipendente si deve assentare per qualsivoglia motivo? E’ possibile avere liste d’attesa lunghe minimo un anno? E’ possibile avere uno spazio adibito ed utilizzato per tanti anni come luogo di ristoro e tenerlo chiuso perché non si è riusciti a fare un bando? E’ possibile avere un ospedale con mille potenzialità non sfruttate? Innumerevoli sono gli interrogativi e Lei o chi per lei sa benissimo quali siano.”
Infine, oltre alla risposta a tanti interrogativi, una risposta al comitato che si batte da tempo perchè l’ospedale di Patti si attesti su un ruolo che merita.
“Non credo sia difficile intervenire, ci vuole buona volontà. La stessa volontà che ci vuole per rispondere ad un comitato che conta più di 4000 iscritti che chiedono efficienza non tanto dai vostri dipendenti ma da voi, che siete pagati per dirigere un’azienda (per la cui immagine le recenti vicende non depongono, purtroppo, bene) e dovreste avere tutto l’interesse per farla progredire, non per distruggerla.”