La vicenda accaduta di recente all’ospedale “Barone Romeo” di Patti che ha fatto scaturire un’indagine ispettiva da parte della Regione e una verifica sullo status dei pronto soccorso in Sicilia, potrebbe paradossalmente essere capitata a fagiolo, perché accederà i fari sulle condizioni di lavoro del pronto soccorso del “Barone Romeo”, da tempo sotto organico e ritorneranno di attualità le missive che il comitato Aretè di Patti ha inviato alla Regione e all’Asp di Messina, a partire dal gennaio 2021, perché venisse reso operativo al 100% il reparto di ortopedia.
Risale al 15 gennaio 2021 la lettera che il presidente del comitato Aretè del tempo Francesco Saporito inviò all’ex assessore regionale alla salute Ruggero Razza. Si puntò l’attenzione anche sull’atto aziendale 2020, che prevedeva l’istituzione di un reparto di ortopedia con dotazione di dieci posti letto.
Altra missiva l’8 febbraio dello stesso anno inviata anche al direttore sanitario del “Barone Romeo” Franco Catalfamo e al direttore sanitario dell’Asp di Messina Bernardo Alagna e poi quella dell’8 marzo.
Infine le ultime due dell’8 giugno e del 22 luglio, indirizzate anche al Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, al prefetto di Messina Cosima Di Stani e al procuratore della Repubblica di Patti Angelo Cavallo.
Malgrado le numerose segnalazioni di questo comitato in ordine alla mancata attivazione del reparto di ortopedia, senza aver ottenuto alcuna risposta, si ribadisce l’estrema necessità di comprendere quali siano le cause che impediscono l’apertura, come previsto dalla normativa vigente, del reparto stesso e persino della reperibilità ortopedica dopo le ore venti e nei giorni festivi.
Nell’ultima lettera, quella del 22 luglio 2021 si prende atto che nessuna risposta è stata ricevuta e Aretè si chiede il perché di questo imbarazzante silenzio istituzionale sull’ortopedia e su altre questioni della rianimazione, chirurgia vascolare, ostetricia e ginecologia e utin e risonanza magnetica.